Se di italiani, alla Volvo Ocean Race, non se ne vede nemmeno l’ombra, non può che inorgoglire la vittoria, anche se virtuale, di Alessandro Salvagnini, 38 anni, geologo di professione e appassionatissimo di vela, che è arrivato primo alla seconda tappa simulata del Volvo Ocean Race Game, il gioco abbinato al giro del mondo a vela in equipaggio, partito lo scorso 28 ottobre da Alicante, in Spagna.
ITA 73, questo il nickname di gara del concorrente italiano, ha tagliato la linea del traguardo dopo 22 giorni, 18 ore e 10 minuti di battaglia, e battendo 162 mila avversari che gareggiano da ogni parte del mondo.
Il Volvo Ocean Race Game è un gioco di strategia uguale in tutto e per tutto alla regata reale, con tanto di meteo da seguire e tattiche da scegliere. Per farla breve, o si hanno le doti da vero marinaio, o niente! Anche perché bisogna tenere sotto controllo gli avversari e seguire la rotta per trovare il vento giusto.
Il gioco, però, è virtuale fino ad un certo punto, il vincitore, infatti, si è aggiudicato un viaggio a Sanya, in Cina, durante lo stopover della terza tappa, in febbraio, e avrà la possibilità di assistere alla partenza della tappa dalla località cinese ad Auckland. Inoltre, il vincitore assoluto si porta a casa niente meno che un’automobile Volvo XC60.
Quale tattica ha adottato Alessandro per vincere la seconda tappa del Volvo Ocean Race Game? Come racconta sulle pagine del Giornale della Vela:
Se dalla boa 3 in poi il percorso è stato grosso modo obbligato in una sorta di “corridoio” di vento, per la prima parte da Città del Capo alla boa 3 si è dovuto lavorare molto di strategia: anche se le rotte più favorevoli le vedi man mano che la regata procede, di come evolvono le condizioni meteo e di quanto uno “sente” di poterci fare affidamento, sicuramente la scelta di base, che poi si è rivelata assolutamente vincente, è stata risalire lungo la costa del Madagascar puntando direttamente l’area a sud-ovest della boa 3 in cui il vento è sempre presente e costante da WNW. In questo modo anche se più lenti rispetto alla rotta percorsa dalla maggior parte delle barche che sono andate a cercare (e trovare) vento più a est, il numero di miglia da percorrere è stato notevolmente minore. La risalita verso l’equatore si è rivelata quindi lenta ed è stata necessario tenere una VMG la più alta possibile per non venirne penalizzati. A quel punto molte barche che avevano deciso di seguire la mia stessa rotta hanno però poggiato a NE per guadagnare velocità e unirsi al gruppone di barche in risalita da sud. Io ho deciso di rimanere molto più alto e a ovest di tutti. Superata, direi benino, l’area delle calme equatoriali, il vento da WNW ha fatto il suo mestiere e con il Code Zero e Genoa sono riuscito a superare il gruppone che risaliva bolinando da S, girando quindi la boa come leader. Come detto la seconda parte è stata abbastanza indolore e sono riuscito ad incrementare il mio vantaggio fino a 25 miglia, sempre tenendo d’occhio gli inseguitori più prossimi. Negli ultimi 2 giorni, lungo la costa degli Emirati Arabi, a causa di un leggero vento di prua che andava via via scemando, ho dovuto però fare del vero match race per riuscire a marcare i miei agguerriti inseguitori. Ultima notte insonne verso la vittoria.