Quest’edizione della Volvo Ocean Race sarà ricordata senza dubbio per i suoi incidenti… e Sanya come la barca più sfigata in assoluto! Durante la prima tappa della gara, infatti, l’imbarcazione aveva subito un danno strutturale allo scafo ed era stata trasportata a bordo di un cargo fino a Città del capo dove era stata riparata in vista della partenza della seconda tappa, ma i guai non sono finiti per il team di Mike Sanderson.
Sanya, infatti, ha alzato di nuovo bandiera bianca. Durante un cambio di vela l’equipaggio si è subito reso conto di un problema ad uno strallo e si è messo in contatto con il Race Management. In questo momento, sta facendo rotta verso i Madagascar del sud per verificare l’entità del danno e studiare un nuovo piano d’attacco, sempre che le riparazioni lo consentano, con la fortuna che si ritrovano… Certamente, la rottura della sartia poteva avere un esito meno tragicomico, e l’albero, pur essendo ancora in piedi, è seriamente danneggiato.
Come ha spiegato lo skipper Mike Sanderson:
Eravamo appena usciti dalla zona di vento forte e stavamo cambiando la vela di prua, dal J4 al frazionato, con un vento di circa 12/14 nodi quando abbiamo notato che un pezzo vitale dell’attrezzatura, la D2, si era staccato dall’albero. Avevamo navigato benissimo durante la notte e stavamo guadagnando molto. La meteo stava migliorando ed eravamo molto soddisfatti della nostra decisione e in generale del progresso. Avremmo dovuto virare un’ora prima nel buio, ma avevamo deciso di aspettare viste le condizioni. Certamente se lo avessimo fatto, l’albero sarebbe caduto. Come potete immaginare siamo molto giù e non riusciamo a credere che questo ci sia successo quando tutto andava così bene.
Fa sapere un portavoce di Dryad Maritime Intelligence che la zona dove si trova la barca non è considerata ad alto rischio di attacchi di pirateria.
Fonte: Volvo Ocean Race
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