Capita di incorrere in problematiche di questo tipo soprattutto nel corso delle prime uscite in barca a vela, quando l’esperienza è ancora un obiettivo da andare a conquistare un giorno dopo l’altro. Le emergenze delle prime volte, quelle in cui la barca sembra a tratti senza controllo e difficile da gestire: nella maggior parte dei casi- e lo si capisce proprio con il tempo – tutto si risolve in un grande spavento ma poco pericolo.
Come si affrontano questi momenti? Presto detto. Partiamo dalla scuffia. Ovvero, il capovolgimento dell’imbarcazione in seguito (quasi sempre) all’azione di una raffica di vento su una randa troppo tesata o a un errore di manovra (per esempio, la strambata) in condizioni di vento fresco oppure ancora a onde molto alte che colpiscono le murateal traverso.
La causa, quindi, è quasi sempre il vento: se l’equipaggio non sventa le vele, non orza o non si butta più fuoribordo, il risultato è quello di una scuffia sottovento. In ciascuno di questi casi, l’importante è non farsi prendere dal panico e rendersi conto di due cose innanzitutto: la prima, anche se si resta sotto lo scafo, c’è aria per respirare; la seconda, se si finisce sotto la vela basta sollevarla con un braccio e seguire una sua cucitura fino al bordo.
Il caso del sottovento: quando si capisce che la scuffia è inevitabile, mollare le scotte e il vang per non avere le vele che tirano durante il raddrizzamento. Con l’equipaggio già in acqua, occorre spingere l’albero verso l’alto e tirare la deriva verso il basso in modo da evitare la scuffia completa a 180 gradi; servendosi della scotta del fiocco, arrampiscarsi sulla deriva mentre l’altro dei due (il più leggero) si appresti a collocarsi in maniera da essere scodellato a bordo: la prima preoccupazione deve essere quella di equilibrare la barca. Se il pozzetto non è autosvuotante, occorre eliminare l’acqua utilizzando la sassola. Ciò fatto, si è di nuovo pronti a riprendere la navigazione.
“se si finisce sotto la vela basta sollevarla con un braccio e seguire una sua cucitura fino al bordo”
Si. Magari ottenendo il risultato di spingersi a fondo.