Siamo abituati a considerare la vela una passione, ma spesso questa passione è associata al lusso espresso dalla nautica e si perde di vista un aspetto fondamentale del veleggiare che è la libertà, la possibilità di conoscere altri luoghi, l’essenzialità.
Per andare in barca a vela occorre essere molto attenti, preparati ad ogni evenienza, quindi bisogna essere sempre pronti e liberi nei movimenti. Liberi anche con la mente e soprattutto curiosi. Messa così la vela si trasforma da attività sportiva in attività culturale.
Non stiamo proponendo ai nostri lettori un’eresia visto che in Puglia si è disputata la prima regata velico-culturale con partenza da Gallipoli e arrivo a Valona in Albania. Un modo molto originale di mettere in contatto due popoli che in passato sono entrati in relazione sempre partendo dal mare.
La passione per il mare, è proprio questo quello che può unire la cultura italiana e la cultura albanese, due paesi molto vicini che a partire dal 1991 hanno segnato nella loro storia comune dei capitoli molto tristi.
Adesso sono passati più di 20 anni e il territorio brindisino è stato capace di accogliere circa 27 mila migranti albanesi. Il nostro paese, dal mare, ha accolto tantissimi popoli e in vent’anni, quello che si è creato con l’Albania è un vero e proprio scambio. Adesso sono i giovani italiani e le imprese del nostro paese ad emigrare dall’altra parte dell’Adriatico dove le tasse sono più basse e si può addirittura completare il ciclo di studi universitari con una proficua esperienza all’estero.
La regata che si propone di unire Albania e Italia sotto il nome della passione per la vela, si chiama proprio “Vele per la cultura” e si è disputata il 16 maggio. L’evento sportivo è stato organizzato dall’Associazione per i Servizi al NoProfit e l’UISP Provinciale di Lecce. La prossima edizione porterà con sé un ricco bagaglio, quello dato dal confronto aperto tra italiani e albanesi, un confronto lungo 150 chilometri.