Dopo solo undici giorni dalla partenza, mentre il trimarano francese si trovava a circa 1600 miglia dal way point di Cape Town, è arrivata la notizia inaspettata: la rottura di un braccio di sostegno dello scafo sinistro costringe Franck Cammas e il suo equipaggio alla rinuncia del tentativo di battere il record di circumnavigazione del globo del trofeo Jules Verne.
Solo poche ore prima tutto sembrava andare per il meglio, la tabella di marcia era in perfetto sincrono con quella pianificata a tavolino e la barca francese letteralmente volava sull’acqua a medie impressionanti prossime ai 35 nodi sulle 24 ore. Nulla poteva far presagire il peggio, ma si sa, questi scafi sono studiati per essere portati al limite ed il limite non può essere conosciuto, a priori, da nessuno.
L’incidente è stato causato, probabilmente, dalle enormi sollecitazioni subite dallo scafo di babordo del trimarano durante l’attraversamento di una forte depressione oceanica, mentre viaggiava ad una velocità di quasi 39 nodi/ora. Un sordido botto, tutto qui, ed i membri dell’equipaggio, che si trovavano in coperta, hanno subito capito che il loro “purosangue” del mare si era “azzoppato”.
Dopo parecchie ore di lavoro sullo scafo ed alcuni tentativi di riparare l’avaria, causata dal distacco di un braccio di sostegno in carbonio, sia internamente che esternamente, lo skipper francese, comprendendo che non c’era più nessuna possibilità di proseguire, decideva di rinunciare alla sfida comunicando col telefono satellitare, alla base di Lorient, l’amara decisione.
In questo momento Groupama 3 sta facendo rotta su Città del Capo, in Sud Africa, distante circa 4 giorni di navigazione, con la speranza di riparare alla bene e meglio il danno, per poi ripartire verso la Bretagna nei primi gironi del mese prossimo, così da poter riprovare la sdifa già nel mese di gennaio del 2010.
E’ certo che, una volta a Lorient, il trimarano dovrà essere disalberato e messo in secco al fine di capire i motivi del cedimento strutturale che da una prima analisi, effettuata dell’equipaggio stesso, paiono ancora indecifrabili così come ha dichiarato lo stesso – capo officina di bordo – Lionel Lemonchois:
La causa reale della rottura non è così evidente da analizzare. Gli stessi progettisti stanno pensando alle cause, dato che un’avaria simile non era mai accaduta prima. Probabilmente ci sono dei fattori concomitanti all’origine del problema, perché non c’è nulla di difettoso e gli incollaggi erano corretti. Noi abbiamo potuto aprire tutti i tappi d’ispezione per controllare la struttura e non abbiamo trovato nulla di sospetto. Il trimarano ha un aspetto perfettamente sano.
Nonostante le disavventure il morale dell’equipaggio di Groupama 3 è molto alto, dato che, in questi primi giorni di navigazione, tutte le scelte sono state azzeccate e le previsioni davano un vantaggio consistente, in termini di tempo, sul detentore del record Orange II di Peyron.
In attesa di rivedere Groupama 3 in acqua, stiamo palpitando per la partenza di Banque Populaire V che a breve darà inizio alla sua sfida, sperando che questa volta il fato non sia avverso come con i rivali-connazionali. Del resto si sa: questo è il fascino della vela e delle sfide oceaniche. Infatti, nonostante tutta la tecnologia ed i materiali più sofisticati da poter utilizzare per costruire barche belle e velocissime, rimane sempre da confrontarsi con il mare e gli elementi della natura che da millenni restano immutati ad ogni sguardo del marinaio che li sfida.