Anche Giovanni Soldini si unisce al coro dei velisti indignati e si dichiara profondamente deluso dalle misure annunciate dal Governo Monti che rischiano di portare alla deriva il settore nautico italiano. Lo skipper, infatti, teme che la tassa di stazionamento sulle barche abbia come unico effetto la fuga all’estero degli scafi e la conseguente chiusura dei porti.
Soldini, infatti, ritiene che equiparare una barca a vela ad un elicottero non solo sia una mossa sbagliata, ma un vera e propria follia. Non si può chiedere 7 euro di tassa al giorno a chi possiede una barca di 10 metri che vale 35 mila euro. Come spiega all’Ansa:
E’ vero che ci sono i mega yacht sopra i 30 metri, ma la gran parte delle barche vale come una roulotte. L’approccio, da quello che leggo, è stato frettoloso e superficiale: standardizzare le barche per lunghezza e quindi tassarle in questo senso è sbagliato. Esistono barche di 12 metri che valgono 50mila euro e altre della stessa dimensione che valgono 800mila euro. E’ come dire che sono uguali tutte le macchine lunghe 4 metri… e poi c’é differenza tra scafi a motore e a vela, oltre ai costi anche sul fronte dell’inquinamento.
Soldini non contesta l’idea di partecipare tutti al risanamento dell’economia del Paese, i sacrifici, in questo momento, infatti, sono necessari per evitare il baratro, ma non si spiega come mai, chi è proprietario di una seconda casa di 200 metri quadri paghi 800 euro di Ici e chi, invece, ha una barca di 10 metri ben 3 mila euro. Secondo il velista, è inevitabile che la gente prenda la propria imbarcazione e la porti via. Inoltre, si continua a sottostimare l’importanza del turismo nautico, che è una risorsa del Paese che andrebbe curata con maggiore competenza. Soldini non ha dubbi, questa non è la strada giusta per rilanciare la nautica, già duramente colpita.
Fonte|ANSA