Tutti sanno della passione dell’Avvocato Giovanni Agnelli per la bella vita, per la sua Juventus, per le Ferrari e le corse d’auto e per la vela. Negli anni sessanta l’Avvocato, durante uno dei suoi numerosi viaggi negli USA, aveva avuto l’occasione di veleggiare persino sulla barca del Presidente del Stati Uniti JF Kennedy.
Fu in quel periodo che gli venne l’idea di organizzare un consorzio italiano per lanciare la sfida alla Coppa America, ma quando rivelò le sue intenzioni agli amici d’oltre oceano fu vivamente sconsigliato visto che da noi la vela era ancora a livello primordiale. Venti anni dopo, con la complicità di Cino Ricci e dell’architetto Vallicelli , convinse il presidente e fondatore dello Yacht Club Costa Smeralda, il principe Karim Aga Khan, a costruire la mitica Azzurra che nell’edizione della America’Cup del 1983 arrivò sino alle semifinali, battuta dall’invincibile Australia II che poi compì l’impresa di soffiare la coppa agli Americani.
Ma non solo la coppa America, all’Avvocato piaceva anche la crociera a patto di avere barche veloci. Si perché la bonaccia l’annoiava. A lui piaceva la barca sbandata con le vele cazzate per provare la brezza della velocità sull’acqua. Il suo sogno era battere il record di traversata atlantica, sicuro che in Oceano il vento non gli sarebbe mancato.
Nel 1988 si fece costruire l’Extra Beat un maxi yacht di 36 metri bellissimo ed anche veloce, ma non era la barca che lui sognava. Contattò allora German Frers, architetto argentino, molto conosciuto nel mondo della vela per aver realizzato barche velocissime e vincenti. Frers progettò uno scafo rivoluzionario e nel 1996 in Inghilterra varò lo Stealth. Una barca di 26 metri di lunghezza, costruita interamente in carbonio e con un albero di ben 36 metri. L’unico vezzo era la coperta rivestita in teak.
Il nome venne preso dai cacciabombardieri USA, invibili anche ai radar, e che erano verniciati di nero, così anche lo Stealth del mare fu realizzato con un look total black, scafo e vele comprese, in controtendenza rispetto alle precedenti barche che avevano colori molto vivaci.
L’Avvocato ed il suo equipaggio, in maggior parte, parteciparono a molte regate anche d’altura, ottenendo sempre risultati straordinari, anche perché all’epoca l’uso dei materiali compositi era molto raro e le doti di performance dello Stealth erano uniche ed inarrivabili per molti concorrenti.
Lo Stealth ha una coperta completamente piatta con gli osteriggi a filo, ed una tuga corta e squadrata che ricorda moltissimo il muso dell’aereo invisibile. Il pozzetto ampissimo grazie al baglio massimo arretrato offre un’abitabilità agli ospiti e facilita le manovre dell’equipaggio in regata. Dotato di volanti strutturali e doppia timoneria, ha un boma a forma di parallepipedo anch’esso in composito. L’armo è studiato appositamente per le regate tanto che non è previsto l’amantiglio, così che il boma, con la randa ammainata, deve essere appoggiato su un apposito sostegno.
Certamente questa barca resta tuttora una delle più belle ed innovative al mondo, tanto che molti progettisti si sono, non a caso, ispirati allo stealth per realizzare i propri disegni. Forse l’Avvocato al timone non era uno skipper all’altezza di altri magnati della vela, ma sicuramente ha sempre avuto uno passione smodata per questo mondo ed è grazie a lui, se la penisola italica, ha potuto raggiungere traguardi importanti in questo mondo, prima appannaggio esclusivo di marinai di stirpe britannica o francofona.