Lo spinnaker: una vela per le andature portanti

La maggior parte delle derive moderne ha come terza vela il gennaker per le andature di lasco e gran lasco. Tuttavia, alcune derive come il 420 e numerosi cabinati utilizzano lo spinnaker. Si tratta di una grande vela di prua da issare nelle andature portanti esattamente come il gennaker, con la differenza, rispetto a quest’utlimo, che può essere utilizzato per la sua forma e per il suo armo anche nella poppa.

Rispetto al gennaker, infatti, è una vela simmetrica, con i punti di scotta e di mura uguali e intercambiabili. A seconda delle mura in cui la barca si trova si avrà quindi una bugna che diventa punto di mura e una che diventa punto di scotta.

Dai punti di mura e di scotta partono due manovre – anch’esse intercambiabili come i punti di mura e di scotta – che arrivano in pozzetto e che servono a regolare lo spinnaker: il braccio (manovra che parte dal punto di mura, sopravvento) e la scotta (manovra che parte dal punto di scotta, sottovento).

Al posto del bompresso per il gennaker, lo spinnaker utilizza il tangone, un’asta con ai lati due varee che servono da una parte a fissare il tangone all’albero e dall’altra ad incocciare il punto di mura dello spinnaker.

Anche il tangone viene regolato, e lo si fa mediante il carica-basso, che impedisce al tangone di sollevarsi quando lo spi riceve vento, e il carica-alto, che impedisce al tangone di abbassarsi quando lo spi è sventato.

Su braccio e scotta vengono inoltre armati (di solito) due barber, ovvero manovre che permettono al braccio di lavorare più da prua.

Quando si arma uno spinnaker bisogna prestare molta attenzione affinché tutte le scotte e tutte le drizze passino al di fuori delle manovre fisse, degli stralli, delle sartie, delle scotte del genoa ecc.

Il materiale usato per lo spi è uguale a quello usato per il gennaker: il nylon.

Articoli correlati

 Le andature: fare avanzare la barca a vela

I materiali delle vele: l’ evoluzione dal cotone alla fibra sintetica 

 

Lascia un commento