Sky Sails, con il kite il cargo “vola”

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Mi ricordo che da piccolo possedevo parecchi aquiloni, alcuni  costruiti personalmente con legno di balsa e carta velina, altri, più sofisticati, mi venivano regalati da genitori o parenti. Insieme agli amici sulle spiagge della riviera passavamo giornate intere a far volare il nostro giocattolo alato.

Sui bambini questo tipo di gioco ha sempre avuto un fascino ed un’attrazione incredibile. Forse saranno i colori, forse sarà  l’istinto umano di imitare il volo degli uccelli, che è nel DNA dell’uomo, sta di fatto che bambini ed anche molti adulti, sin dai tempi antichi, quando vedono un aquilone ne sono inevitabilmente attratti. Gli aquiloni hanno ispirato certamente gli inventori del paracadute, i cui studi risalgono addirittura a Leonardo, e successivamente del parapendio e del deltaplano.

In tempi più recenti applicando un’ala da parapendio ad una tavola da wake board è stato creato un nuovo sport da tutti conosciuto come: Kitesurf. In  sostanza si sfruttano le proprietà ascensionali della vela per surfare sull’acqua, compiendo salti impressionanti e raggiungendo velocità impensabili. Addirittura sino a qualche mese fa il record di velocità a vela sull’acqua era detenuto da un kitesurfer .

Viste le potenzialità della vela una compagnia di cargo la Beluga Sky Sails ha pensato bene di brevettare un sistema di propulsione, del proprio naviglio, installando a prua un’enorme vela. Niente di più di quello che fanno i kitesurfrs solo che le dimensioni della vela e la stazza da trascinare sono diverse.

Il sistema brevettato prevede infatti di posizionare un’enorme ala sulla prua di un carco lasciandola galleggiare nell’aria, come un aquilone, ad un altezza che varia dai 250 ai 300 metri dal livello del mare.

Sfruttando le correnti ascensionali ed i venti costanti che si trovano a queste altezze si genera una spinta tale che i motori del cargo, una volta sistemata l’ala, possono essere benissimo messi al minimo regime.  Con questo sistema si è calcolato un risparmio nei consumi di carburante nell’ordine € 1500/2000 al giorno, per un cargo di 130 metri e 1500 tonnellate di stazza.

Visto le considerevoli forze cinematiche in gioco e la necessità di collegare la vela con un potente cavo d’acciaio, per sicurezza, tutto l’apparato è gestito da un sistema computerizzato che decide, in automatico, quando rilasciare la vela ed a quale altezza posizionarla.

La stessa compagnia sta studiando la possibilità di applicare questo brevetto anche a navi più grandi al fine di ottenere dei risparmi sia in termini economici che dal punto di vista ambientale, dato che la forza propulsiva eolica non costa nulla.

E’ ovvio che questo sistema può funzionare solo a determinate condizioni ed in ambiti dove il traffico marittimo è scarso, come in oceano aperto dove non è necessario effettuare correzioni di rotta in tempi rapidi. Personalmente credo che sia un’ottima idea ed un brevetto innovativo anche se non sono così convinto che prenderà piede in tutte le compagnie di trasporti marittimi.

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