Non è assolutamente facile trovare una barca a motore di 7, 5 metri che abbia caratteristiche tecniche, layout interno e dotazioni di bordo, tali da non far rimpiangere i neo armatori, di non aver optato per l’acquisto di uno scafo di categoria superiore.
Con il Sessa S26, il cantiere lombardo ha centrato nel segno, diventando certamente un punto di riferimento nel segmento dei natanti, per tutta la cantieristica nazionale ed internazionale, con un prodotto, della cosiddetta categoria “entry level”, che per qualità delle rifiniture e versatilità della coperta assomiglia di più ad una barca di blasone superiore.
Massimo Radice, che ne ha curato i disegni ed il layout, ha sorpreso tutti gli addetti ai lavori e il pubblico degli appassionati, con un progetto nel quale il concetto chiave era realizzare una barca che fosse molto pratica, con dotazione di serie completa, facile da gestire, ma soprattutto molto rifinita. Sostanzialmente in questo motoscafo si è volutamente eliminata la dinette interna, scarsamente utilizzata, realizzando invece un pozzetto ampio e dotato di un sistema pratico che lo trasforma in pochi minuti in un ampio prendisole congiungendolo, mediate abbattimento del sedile, allo spazio poppiero.
Il suddetto prendisole è sollevabile tramite un sistema di pistoni idraulici così da consentire un agile accesso nel pozzetto motore e rivela anche la possibilità di alloggiare l’anulare e di stivare il tavolino della dinette antistante. Idea interessante ed estremamente pratica.
La modularità delle soluzioni del S 26 è la carta vincente di questo motoscafo che offre un’interessante scelta di opzioni d’utilizzo. La consolle di comando prevede il volante di pelle di serie e il cruscotto tridimensionale in poliuretano con la predisposizione per gli strumenti.
Intelligente il sistema di gestione delle utenze elettriche di bordo (che non comprende però il comando del verricello elettrico dell’ancora opzionale ) in cui non sono previsti fusibili: dal pannello di controllo partono gli impulsi di comando che raggiungono una centralina che a sua volta invia la potenza richiesta.
Il cantiere propone la scelta tra tre tipi di motorizzazione, due con un Volvo Penta a benzina da 270 cavalli o 320 cv e una diesel, sempre Volvo, da 190 cv, sicuramente molto più parca nei consumi ma decisamente sottodimensionata per la tipologia di utente.
Infatti la barca è stata concepita, prevalentemente, per una clientela giovane, dinamica, che si avvicina alla nautica e vuole trascorre giornate di mare in compagnia di amici o con moglie e figli, ma che non trascura le performance prestazionali e l’emozione di una gita a tutta “manetta”
Alla prova in acqua, effettuata personalmente grazie ad un amico armatore, l’S 26 si rivela una barca molto facile da condurre, entrando subito in planata già a 15 nodi e 2600 giri/motore. Alla velocità di crociera di 25 nodi circa, il disegno della chiglia con pattini direzionali, svolge egregiamente il suo lavoro anche in fase di virate strette e con onda formata. Spingendo a fondo la leva dell’acceleratore abbiamo raggiunto i 32 nodi di velocità massima a circa 5000 gir/motore, senza che questo ultimo desse segni di affaticamento o surriscaldamento.
Sostanzialmente un gran bel motoscafo, curato, veloce e divertente che può appagare anche il cliente che ricerca un day cruiser, ma con delle caratteristiche da piccolo , grande motoscafo.