A chiusura dell’ultimo Salone nautico di Genova il patron di Ucina, Anton Francesco Albertoni aveva fatto intendere che lo storico sodalizio tra il Boat Show e la Fiera di Genova era a un punto di svolta, chiamato a rispondere nel 2013 con una formula più vicina alle esigenze alle reali possibilità degli espositori. Alla luce della tavola rotonda chiamata ad esprimersi sulle nuove proposte, i rappresentanti dei settori merceologici supportati da un osservatorio composto dal Politecnico di Milano, l’Università di Genova e Centro di Ricerca su Marketing e Servizi – Cermes della Bocconi, hanno delineato il prnuovo concept su cui il prossimo Salone nautico di Genova dovrà per forza uniformarsi.
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In prima istanza è richiesto un abbattimento significativo dei costi da raggiungere anche con la riduzione dei giorni in fiera. Ma la richiesta più impellente riguarda la rivisitazione degli spazi espositivi, da sottrarre ai padiglioni (basterebbe il Padiglione B e la Tensostruttura a mare) a favore degli spazi in acqua. Questo sarà possibile solo dopo una riconversione di molte aree limitrofe a Porto Antico mantenedo elevati gli standard qualitativi finora raggiunti in termini di accoglienza e accessibilità.
A questo proposito il Politecnico di Milano è stato chiamato a ridisegnare una serie di interventi strutturali che modificherebbe radicalmente la configurazione e l’organizzazione del prossimo – o del 2014 – Salone nautico di Genova. Ma Ucina non preclude nemmeno scenari diversi come il trasferimento a La Spezia (A Marina di Mirabello si sono già trasferiti gli “scissionisti” della vela) o addirittura Viareggio. Quest’ultima location è stata proposta dall’azionista di maggioranza di Azimut|Benetti, Paolo Vitelli, che ha già avuto il benestare dalla Regione Toscana e da tutti i sindacati e le associazioni di categoria.
Finora il Salone Nautico ha fatto leva sull’eccellenza dell’industria nautica italiana ma si è sobbarcata di costi e di formule organizzative obsolete. La nuova sfida, in concorrenza con gli altri saloni nautici internazionali d’Europa, sarà il maggiore spazio ai servizi turistici che porterà inevitabilmente un maggior coinvolgimento di settori non prettamente connessi alla nautica, come la ristorazione e l’accoglienza alberghiera.