Sospiro di sollievo per i diportisti circa le prime indiscrezioni sul redditometro 2013 che dal primo gennaio entrerà in vigore. Nei mesi scorsi, per il timore di essere assoggettati ad accertamenti fiscali, in molti hanno venduto la propria imbarcazione a prezzi stracciati pur di concludere la transazione in fretta. Ma il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha fatto sapere che i coefficienti applicati per evidenziare discrepanze tra reddito e spese non avranno per la barca un peso maggiore di quanto lo abbia un cavallo o un camper.
Il presidente di UCINA Anton Francesco Albertoni ha espresso il suo apprezzamento:
In particolare il fatto che la barca non peserà più del camper è il tipo di messaggio che fa bene al nostro comparto che non soffre solo della crisi finanziaria, ma di una sostanziale mancanza di fiducia dei consumatori.
Insomma, se il reddito sarà compatibile con le spese non ci dovrebbero essere ulteriori accertamenti. Accertamenti che nei mesi scorsi ha evidenziato situazioni paradossali e oltre il limite della legalità, come ad esempio un dipendente romano che ha dichiarato un reddito poco più di 16 mila euro a fronte di un mutuo e un leasing di 18 e 35 mila euro (in realtà guadagnava almeno 150 mila euro). E purtroppo non è da considerare un caso isolato. Ma, come ha affermato il ministro Passera non bisogna considerare evasori in automatico chi ha comprato una barca in modo onesto e legittimo:
Se c’é stata evasione è da perseguire. A me sembra che gli esponenti della nautica non siamo in alcun modo difensori di evasione. Anzi, sono molto disponibili a creare meccanismi di trasparenza sulle proprietà. E’ chiaro che nel nostro Paese c’é un problema di evasione molto rilevante e quindi tutte le occasioni per andare a risanare da quel punto di vista devono essere perseguite.
Secondo l’Osservatorio nautico nazionale, nei registri italiani sono quasi 100 mila le imbarcazioni immatricolate, secondo UCINA circa 30 mila hanno un valore d’acquisto superiore ai 25 mila euro.