Il marchio, lo Scorpione, è uno di quelli noti, soprattutto per quelli della mia generazione cresciuti nel mito delle auto da corsa con marchio dell’elaboratore viennese Karl Abarth. Come non ricordare la mitica Autobianchi A112 Abarth, antesignana delle odierne city car o la pluri vittoriosa Fiat 131 Abarth, per anni dominatrice incontrastata del mondiale Rally?
Oggi Abarth è un marchio controllato al 100% dal gruppo Fiat e delinea la brand delle auto sportive made in Torino. Con la Powershore Abarth SP, che non saprei se definirla prototipo o meno, il marchio automobilistico entra nel grande mondo della nautica da diporto, realizzando un maxi RIB, cioè un grande battello pneumatico o gommone che dir si voglia, ispirato al mondo delle corse e delle competizioni.
In realtà non si tratta di una vera “elaborazione” tout court di una barca esistente, ma di una ridefinizione stilistica e potenziata di una rib già esistente della casa SACS e più precisamente dello Strider 125.
Certo, la firma dello “stilista” è di quelle di prestigio, visto che lo studio del progetto è stato demandato al designer Christian Grande ( già progettista di scafi per il cantiere Sessa Marine ndr ), ma il risultato non mi convince più di tanto.
Infatti, se esteticamente le grafiche speciali si uniscono ad elementi in puro stile racing che impreziosiscono il Powershore Abarth SP in tutte le sue parti: dalla coperta agli interni, dai sedili di pilotaggio alle valigerie, dai comandi alla plancia, l’imbarcazione non è stata modificata né a livello di linee di carena, né nelle strutture dello scafo e della chiglia, che restano inalterate nello schema progettuale iniziale.
Sostanzialmente il Powershore Abarth SP vuole essere più l’espressione di progetto di lusso ed esclusività, rivolto ai “Ranzani” del mare, che la derivazione e l’elaborazione di una vera e propria imbarcazione da corsa per le competizioni di motonautica.
Ciò lo si evince anche dal comunicato stampa della casa dello Scorpione:
Il Powershore Abarth SP è espressione di lusso ed esclusività, ma anche di prestazioni e potenza, da godere in tutta sicurezza e con la massima facilità grazie alla stabilità e al galleggiamento dei tubolari. La proposta è quella di un prodotto “factory”, elaborato con componentistica in pieno stile Abarth che permetterà agli appassionati di possedere un prodotto unico che non conosce compromessi.
Non sono convito che l’adozione di super motori da oltre 1000 cavalli possa garantire prestazioni e potenza “tutta da godere” in totale sicurezza e con la massima facilità di guida, solo grazie al fatto di avere i “tubolari gonfiabili” al posto di uno scafo totalmente rigido. Come già sottolineato, in mie precedenti articoli, avere imbarcazioni con potenze esagerate e carene performanti non è sinonimo di facilità di guida, anzi è tutto il contrario.
Mi permetto di sottolineare che la casa dello Scorpione promette velocità di punta oltre i 60 nodi/h, difficilmente gestibili dai normali utilizzatori, che vengono paragonate, come sensazioni, a quelle stradali di oltre 200km/h, cosa del tutto assurda e non veritiera. In mare sia il vento che le onde influiscono enormemente sulla conduzione ad alte velocità di uno scafo, e le difficoltà aumentano in misura esponenziale rispetto alla guida in strada o circuito, anche a folli velocità.
Non a caso anche ex campioni del volante avevano difficoltà ad imporsi nella gare di motonautica e talvolta restarono persino vittime di incidenti mortali, come accadde all’ex pilota delle Ferrari, Didier Pironi, in una gara off-shore di Classe A.
Non credo che questo progetto potrà avere un futuro e risultati commerciali degni di nota, poiché nel mondo della nautica oggi, c’è più bisogno di sicurezza e voglia di imparare a navigare seriamente che di pura potenza e prestazioni. Certo lo Scorpione ha sempre il suo fascino, ma è un segno di terra ed è lì che deve e può dare il suo meglio, mentre in acqua è solo destinato a “naufragare”.
il sito e’ molto interessante,noi abbiamo una vela si chiama scorpione e’ probabilmente diventera’ storica…..