L’Italia è certamente la nazione europea tra quelle che hanno un notevole sviluppo costiero, grazie alla naturale conformazione geografica di tipo peninsulare, che ha il minor numero di porti turistici in rapporto all’estensione del proprio litorale. I numeri parlano chiaro: meno di 300 in Italia contro i quasi 250 della sola costa Mediterranea francese, senza contare Grecia e Croazia il cui raffronto sarebbe senza dubbio impietoso. Se poi si confrontano le strutture ed i servizi in rapporto ai prezzi medi di sosta, lo svantaggio rispetto ai concorrenti diretti sale in maniera esponenziale.
Grazie alla mia attività professionale, di perito nautico e skipper, ho navigato parecchio in Mediterraneo, in Atlantico e nelle isole carabiche, effettuando altresì numerosi giri d’Italia, sia su barche a vela che a motore. Credo perciò di avere un’ottima conoscenza di porti e marine italici avendoli visitati, più o meno, quasi tutti ed elaborando così una mia personale statistica, sui vantaggi e svantaggi che si possono incontrare attraccando sulle banchine del suolo natio.
In pratica si può dire che, partendo dall’alto Adriatico, lo sviluppo dei porti turistici, qui, è stato negli ultimi anni notevolissimo, grazie ad investimenti congiunti tra privati e pubblico. Ad oggi tra Veneto e Romagna si contano numerose marine alcune di recente costruzione, come Rimini e Ravenna e quelle in fase di ultimazione come Goro.
Man mano che scendiamo verso sud i porticcioli diventano sempre più radi e la maggior parte delle volte chiamarli marine è un vero e proprio eufemismo. In alcuni casi ( Vieste ) il porto turistico c’è ma, incomprensibilmente , da oltre 10 anni non viene utilizzato a tutto vantaggio di pontili privati che fanno il bello e cattivo tempo sui prezzi, prenotazioni e relativi servizi, inesistenti.
Nella Calabria ionica, purtroppo, la situazione è drammatica esistono solo poche possibilità di sosta nei porti di Crotone e Rocella Ionica ( non considero il porto di Le Castella perché è troppo piccolo e con bassi fondali ). Il primo è ricavato nel porto vecchio ed il marina è attiguo al porto di pescatori il secondo, più recente, ha notevoli problemi di pescaggio causa insabbiabiamento delle bocche di porto.
Risalendo lo stivale troviamo alcune nuove marine con quella di Ragusa e Catania, mentre quella di Palermo è in condizioni pietose tanto che deve essere ancora completata da oltre 15 anni ed offre servizi di scarsa qualità a prezzi elevati. La cosa non migliora né in Campania né in Sardegna, se si esclude la costa Smeralda e la Gallura, visto che le marine sono ricavate per lo più in porti commerciali, come quello di Cagliari.
Nel Lazio ed in Toscana la situazione cambia favorevolmente. Grazie a recenti investimenti sono stati realizzati marine belle e funzionali come quella di Ostia o di Cala de Medici a Castinglioncello, vicino a Livorno. Anche in Liguria molti porti sono in fase di progettazione e realizzazione. Di recente sono entrati in servizio: il marina Aeroporto di Genova, il nuovo marina di Varazze e quello di Loano. Tuttavia, data la cronica assenza di posti e la vicinanza a grandi città come Milano e Tornio, la Liguria risulta essere la più cara in assoluto dato che i posti in concessione, in queste nuove strutture, possono arrivare a costare quanto la barca stessa. Una cosa inaccettabile soprattutto se si vuole promuovere il turismo connesso alla nautica da diporto.
salve, vorrei avere i contatti dell’esperto autore di questo articolo, per contattarlo per ragioni di ricerca di porti turistici da poter prendere come banchmark.
grazie della collaborazione
Gentile Chiara
la ringrazio per l’attenzione rivolta al mio post. Se lo desidera mi può contattare alla seguente emai: [email protected]
Cordialmente
Marco Lauricella