Speranze per la ripresa del settore nautico secondo Passera ed Albertoni

Il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, ha incontrato al Salone nautico il presidente di Ucina Confindustria Nautica , Anton Francesco Albertoni, il quale si è detto soddisfatto per il confronto con il Governo.

Oggi abbiamo lavorato a tavolo testa a testa per circa due ore. Questo è un passo avanti perchè il ministro ha dimostrato una capacità anche tecnica di approfondimento estremamente importante. Penso che da questo incontro si possa costruire un percorso per la ripresa del comparto. Abbiamo esaminato diversi capitoli, le priorità le abbiamo indicate noi e il ministro le ha recepite. Credo che questo potrà portarci almeno due risultati entro la fine dell’anno. Quali? Le priorità le conosciamo noi, speriamo che coincidano con quelle del Governo. Una? La revisione del redditometro

Parole che portano una boccata di ossigeno al settore nautico, dopo la notizia dei 46 mila posti di lavoro persi nell’industria nautica in Europa dal 2008 ad oggi, a causa della crisi economica.

Il presidente ha chiosato il suo intervento con una battuta di buon augurio: “Spero che il ministro diventi un diportista”; e in effetti Passera si dichiara un velista, ammaliato dalla bellezza degli yacht in mostra al Salone.

L’importanza della crescita e dello sviluppo è sempre stata ammessa dall’esecutivo tecnico di Monti, poiché si rivelerebbero vani gli sforzi effettuati in sede nazionale ed internazionale, senza una risposta attiva e partecipativa del Paese nel processo di ripresa economica.

Così sono l’Italia, gli industriali, gli imprenditori, i lavoratori, i cittadini, che devono e possono risollevare le sorti del Bel Paese, nel settore nautico e non solo. Ma c’è chi inevitabilmente vede all’orizzonte un futuro nefasto per la nautica da diporto.

Ci siamo impegnati l’un l’altro ad usare quest’ultima parte di legislatura per risolvere alcuni dei problemi della nautica che si sono accumulati negli anni“, ha affermato Passera, ricordando che essa non è solo importante “di per sé“, ma rappresenta l’Italia nel mondo, con risvolti nel settore ambientale; pertanto si evince la necessità di eliminare quanto più possibile le questioni aperte nel settore.

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