Il nome Panthalassa (dal greco “pan“, “tutto”, e “thalassa“, “mare”) è stato dato all’unico e gigantesco oceano, che era presente sul nostro pianeta ai tempi del Triassico , quando primi stadi dell’evoluzione del mondo iniziavano a monifestarsi, molto tempo prima della deriva continenti.
Secondo la nota teoria della tettonica a zolle l’enorme oceano circondava la Pangea, l’unico supercontinente presente. In seguito, con il progressivo allontanamento delle varie zolle tettoniche, la Panthalassa si divise in più oceani, sino a raggiungere l’attuale dimensione e conformazione dei mari.
Panthalassa è anche il nome dell’ottavo Ketch uscito dal super cantiere Perini e presentato in anteprima al Monaco Yacht Show. Questo 56 metri, progettato in collaborazione con Ron Holland, è stato realizzato interamente in alluminio così da poter contenere il peso ed ottenere della linee filanti, equilibrate ed anche aerodinamiche.
Le importanti innovazioni non sono solo relative al materiale utilizzato per le parti strutturali, ma anche per lo studio degli interni che è stato affidato, per l’occasione, all’opera di Foster & Partners, designer di grido e progettisti d’avanguardia di fama mondiale.
Gli alberi, dalle dimensioni impressionati basta pensare che quello di maestra misura come un palazzo di 20 piani – 58 metri il principale e 49 metri quello di mezzana -, sono realizzati in alluminio, mentre i due boma vengono usate fibre di carbonio e kevlar. In questo modo la stazza resta “contenuta” in sole 500 tonnellate che ne fanno una delle navi più grandi mai varate da Perini.
La superficie velica totale del nuovo Ketch è superiore ai 1500 mq grazie alla possibilità di armare vari genova e fiocchi tutti avvolgibile, così come le rande che rientrano all’interno dei due boma.
Tutta all’insegna del benessere e del confort psicofisico l’architettura degli interni, che risulta tutta impostata alla ricerca della diffusione della luce naturale attraverso l’utilizzo di sky light.
Contrariamente alla logica consuetudine, su questo tipo di navi, non è stata realizzata la cabina armatoriale, sostituita da sei grandi cabine dalle dimensioni equivalenti, denotando il tipico uso del Panthalassa, quale imbarcazione votata al charter di lusso.
Molto ben riuscita è la scala centrale dalla forma ellittica, che trasmette all’ospite sensazioni di spazio, luminosità come espressamente voluto dal progetto complessivo attuato dallo studio di architettura e design inglese. Il prezzo, come sempre, è “top secret”, ma secondo fonti interne dovrebbe aggirarsi attorno ai 60 milioni di euro IVA esclusa ovviamente. Un sogno che per molti resterà tale a meno di non azzeccare un fantastico sei al superenalotto.
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