Il settore del noleggio yacht, nonostante la crisi, non ha registrato segni di cedimento. A differenza del mercato della locazione però, che prevede l’affidamento al cliente del natante responsabile della conduzione dello stesso tramite sè stesso oppure tramite uno skipper di sua fiducia, ha sempre avuto un giro d’affari minore.
Nonostante questo, il noleggio yacht rimane una buona soluzione per crociere o viaggi più o meno brevi, senza incorrere nei rischi tipici di chi non conosce il mare così bene come magari vorrebbe far credere.
Se si decide di percorrere questa strada, ecco alcune aspetti da conoscere. Prima di tutto occorre sapere che il noleggiante, ovvero il titolare dell’agenzia di charter deve consegnare l’unità in perfetta efficienza. Ciò vuol dire che il natante deve essere completa di tutte le dotazioni di sicurezza previste dalla legge, e coperta dalla polizza assicurativa di cui alla legge 990/69. Tale polizza, solo nel caso di noleggio, va estesa a favore del noleggiatore e dei passeggeri, che possono essere in numero massimo di 12, per gli infortuni e per i danni subiti in dipendenza del contratto.
Ai fini del comando dell’imbarcazione, è bene precisare che per le imbarcazioni e le navi a mezzo di cui si pratica il noleggio yacht è necessario il possesso di uno dei titoli professionali marittimi previsti dal codice della navigazione. Ciò non vuol dire la patente nautica, ma uno dei titoli professionali marittimi previsti dal codice della navigazione, valido se è stato rilasciato in applicazione della Convenzione IMO STCW ’78.
Per il comando delle sole imbarcazioni di bandiera italiana, con la nuova Legge 647/1996, art. 10, è stato istituito il titolo di “conduttore di imbarcazioni da diporto adibite a noleggio”.
Per conseguirlo è necessario:
– avere 21 anni di età;
– essere in possesso di entrambe le abilitazioni al comando di unità da diporto, conseguite da almeno tre anni (è sufficiente che il triennio sia trascorso per una delle abilitazioni);
– possedere il certificato limitato RTF;
– di non aver riportato condanne ed essere iscritti tra il personale marittimo.