Nautica, il restyling del Gruppo Ferretti

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Dopo aver avviato una profonda riorganizzazione societaria nello scorso autuno, il Gruppo Ferretti rilancia il suo nome sul mercato dei motor yacht, con un programma di investimenti pari a 40 milioni di euro nel prossimo triennio. Denaro fresco che servirà per due motivi diversi: da un lato aumentare la gamma dei prodotti, che passerà dagli attuali 55 a 60, sia a cambiarne i contenuti, con 40 nuovi modelli. Ma il piano industriale firmato dall’amministratore delegato Salvatore Basile, ha riguardato anche la struttura interna societaria del Gruppo Ferretti, il quale passa da un insieme di società facenti capo a nove marchi ad un controllo centralizzato con unico cda, in modo da ottimizzarne i costi e razionalizzarne le politiche industriali e commerciali.

Purtroppo però, questo grande restyling a cui è stata sottoposta l’intera azienda, non è stato indolore: sotto il profilo dell’occupazione infatti, il gruppo oggi conta 2.300 dipendenti, che però erano oltre 3.000 prima del nuovo corso. 700 unità operative in meno dunque, di cui una parte facenti riferimento alla gamma Aprea Mare e alla società spagnola Pinmar, entrambe dismesse, che erano specializzate nella verniciatura di grandi imbarcazioni; mentre per altre 250 unità, il gruppo Ferretti è riuscito a concordare con i sindacati, 250 unità per la cassa integrazione. L’ultimo bilancio dell’anno nautico, chiuso al 31 agosto 2009, indicava un fatturato di 700 milioni di fatturato, che scenderà a 540 per l’esercizio 2010, con un arretramento che supera il 20%.

Sappiamo tutti quanto l’industria nautica abbia sofferto nel 2009, ma ora avvertiamo i primi segnali di un’inversione di marcia – spiega l’a.d. Basile – visto che al 31 marzo abbiamo già in casa ordini che coprono l’85% del budget stabilito per l’anno nautico in corso, con il raddoppio del loro numero rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. Anche qui a Cattolica, dove abbiamo riunito dealer e clienti affinché potessero conoscere il cuore del gruppo, abbiamo respirato un’atmosfera diversa, la stessa colta al salone di Miami in febbraio”.

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