Il naufragio di Biondina Nera è stato duro da digerire. Il catamarano aveva scuffiato durante la navigazione notturna e Matteo Miceli e Tullio Picciolini si erano ritrovati a testa in giù in mezzo all’Oceano Atlantico.
Non dev’essere stata una bella sensazione, quella di ritrovarsi a mollo in mezzo ad una burrasca, con l’albero dell’imbarcazione letteralmente piegato, e con la costa più vicina distante più di 1.000 miglia.
Quando è arrivata la notizia che Biondina nera aveva rotto l’albero, la paura è stata grande, soprattutto tra i parenti e gli amici, ma fortunatamente i due skipper, recuperati dal cargo Delia, stanno bene. Unica preoccupazione, la loro attuale destinazione: l’Islanda!
La prima telefonata è quella di Tullio:
Il recupero effettuato dall’imbarcazione è stata molto difficile. Avevamo concordato col comandante che ci saremmo gettati in mare, per essere recuperati, ma il cargo aveva abbrivio e ce la siamo vista brutta. Ci hanno lanciato una sagola ma, in pratica, era impossibile prenderla. Al secondo passaggio, il comandante si è presentato con la nave praticamente ferma di fronte a noi e siamo riusciti ad issarci a bordo. Abbiamo preso un sacco di botte, ma l’adrenalina a mille non ci ha fatto sentire niente. Abbiamo scalato un muro di ferro.
Matteo, subito dopo, ha aggiunto:
stiamo bene ma sono triste per la sorte di Biondina Nera. La situazione era tragica perché eravamo in balia delle onde. Quel grattacielo di ferro ci è venuto incontro come volerci venire addosso. Il comandante, tuttavia, è stato bravissimo nella manovra, così come l’armatore, che non ha esitato a cambiare rotta per venire in nostro soccorso. Adesso stiamo talmente bene che abbiamo una cabina singola a testa: un lusso. Unico problema è la destinazione: in Islanda il 28 gennaio. Spero ci sbarcheranno alle Azzorre, purché… non ci ributtino in mare!
Si, è stato triste vedere Biondina Nera abbandonata ad un immeritato destino, ma l’impresa non era delle più facili e siamo sicuri che, prima o poi, Matteo ci riproverà!
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