Il più grande pilota di Formula 1 inshore, Guido Cappellini, si è aggiudicato il suo decimo titolo mondiale nella categoria più prestigiosa della motonautica in circuito. La sua stagione è stata ancora una volta strepitosa e vincente, ma anche difficile a causa del calendario che ha messo a dura prova tutti i team con decine di rotture di propulsori.
Guido nella prima parte della stagione ha alternato il successo della Finlandia con la delusione di prestazioni incolore e ritiri, derivanti da problemi tecnici. Prima della pausa estiva, dopo il GP di Russia, il suo distacco dal dubaitiano Al Qamzi era di ben 35 punti, ma dopo il GP della Cina grazie al doppio punteggio in ogni gara Cappellini ha iniziato una grandissima rimonta.
In Quatar Guido ha compiuto un vero capolavoro sia di tattica che di abilità di guida, centrando una doppietta inaspettata e traumatizzante per gli avversari. A causa dei risultati negativi dei rivali dopo il Quatar il pilota del team Zepter aveva solo due punti di distacco dalla vetta della classifica, così da giocarsi il tutto per tutto nel gran premio di casa dei rivali di Abu Dhabi.
Proprio ad Abu Dhabi Cappellini sfruttava ogni possibilità e così in gara 1, partendo dalla terza posizione, Guido riusciva a rimontare sul rivale Selio, vincendo abbastanza facilmente. In gara 2 purtroppo un guasto lo costringeva al ritiro, permettendo ai concorrenti di rifarsi sotto.
Nella gara finale a Sharjah Cappellini poteva permettersi di controllare le due gare gestendo il suo vantaggio di 16 punti sul secondo con solo 20 punti in palio per il vincitore. Un campionato condizionato dalla doppia gara che ha messo a dura prova tutto il dispositivo dell’organizzazione. Probabilmente dal 2010 si ritornerà alla gara singola così da stressare meno il lavoro del team. Per quanto riguarda gli italiani, oltre a Cappellini, si è messo in evidenza il già noto Cantando che ha concluso il sesto, mentre l’altro italiano Comparato è giunto nono assoluto.
Non sappiamo se il mitico Guido sarà ancora della partita, però è certo che nell’olimpo della storia il suo nome è ormai leggenda.