Un tempo gli antichi erano convinti che il ferro fosse il materiale più duro in assoluto derivante dalla natura, poi alcuni aggiunsero altri metalli e minerali al ferro ed inventarono l’acciaio, in tempi più recenti le fibre sintetiche hanno preso l posto dei materiali in leghe ferrose soprattutto in certi settori merceologici dove la flessibilità ed il carico di trazione, sono le principali doti del materiale.
La nautica è certamente un campo nel quale da sempre si sono usate le fibre tessili, in origine di canapa, per realizzare cime, gomene, scotte, sartie ecc. Nei corso dei secoli e con l’avvento della vela moderna le barche hanno sostituito le fibre tessili con cavi d’acciaio che, pur non essendo molto flessibili, garantivano carichi di rottura certamente migliori.
Al giorno d’oggi la ricerca nel settore delle fibre tessili di origine polimerica e di sintesi ha fatto passi da gigante e di recente il mercato è stato rivoluzionato dall’arrivo di una fibra denominata Dyneema.
La Dyneema® SK75, questo è il suo nome commerciale, ha il rapporto carico di rottura/peso metro al top, concentrando tecnologia ed affidabilità che, a parità di peso, è sette volte più resistente di un cavo d’acciaio.
Oggi questo tipo di cavi tessili vengono usati per sostituire alcuni particolari che prima erano in acciaio, anche grazie agli incomparabili vantaggi della costruzione in un’unica treccia ed un’unica fibra. Questo tipo di fibra è indicato per tutte quelle applicazioni che richiedono alta resistenza, leggerezza e minimo assorbimento d’acqua, pertanto è ideale come: drizza a basso peso e diametro ridotto, scotta e bracco dello spi, stroppo, rinvio e paranco.
Inoltre, questo materiale, possiede un’alta resistenza all’abrasione ed ai raggi solari, non soffre le flessioni e l’impiego su piccole pulegge. Grazie al suo elevato carico di rottura si possono utilizzare diametri ridotti riducendo il peso a bordo, dimensionando in modo corretto tutta l’attrezzatura impiegata, verificando i carichi di lavoro in base a quelli della cima.
Queste fibre ormai vengono utilizzate sulle barche a vela da regata di ogni livello, entrate a far parte delle manovre correnti anche di derive, barche da crociera fino ai maxi yachts.
Con questo tipo di materiale si possono costruire, oltre alle cime scotte e drizze, anche paterazzi e moschettoni. In particolare l’Armare, azienda italiana impegnata nella produzione di soft rig, ha messo in vendita una linea di moschettoni tessili denominata Light Shacles, sempre realizzati con Dyneema sk 75.
L’enorme vantaggio di non utilizzare parti metalliche sui bozzelli o moschettoni, sta nel fatto che il tessile oltre a pesare di meno non compromette le altre strutture durante le manovre. Questi prodotti sono molto utili per l’accoppiamento del trasto della randa con i bozzelli o della scotta del genoa.
L’unico svantaggio di questo materiale è che essendo una fibra se viene a contatto con una parte affilata si può tagliare, mentre è quasi impossibile che si spezzi. Inoltre, per il momento, i costi di produzione sono ancora abbastanza elevati e pertanto gli armatori si limitano ad acquistare solo alcuni particolari, invece di tutte le manovre correnti che garantirebbero una durata quasi infinita.