L’Italia e la vela moderna hanno sicuramente un debito verso Epaminonda Ceccarelli, il papà delle barche in vetroresina costruite in serie. E’ morto ieri ad 86 anni nella sua bella Romagna, dove il figlio Giovanni, uno tra i designer più apprezzati del nostro tempo, segue le sue orme.
Nato a Ravenna nel 1925, Epaminonda era un architetto e un pioniere della progettazione nautica, a cui si dedicò sin da giovanissimo. Il suo primo grande successo si chiama Classic 26, correva l’anno 1996 e con questa barca in vetroresina, nasce ufficialmente la nautica da diporto moderna. Sino a quel momento, infatti, le imbarcazioni erano fatte di legno, qualcuna in acciaio.
Lo sguardo di Epaminonda è sempre stato lungimirante, e dopo la laurea in ingegneria, conseguita nel 1952, intuisce che il futuro della nautica è nell’uso della resina poliestere. Negli anni Cinquanta costruisce la sua prima barca, Malaguegna, un classe C, per quanto lui stesso la ritenesse brutta, con slanci molto corti, anticipa di 50 anni la tendenza attuale della progettazione.
Ma la svolta arriva con Classic 26, un 7,30 m da crociera e da regata in vetroresina, tra le prime imbarcazioni non in legno in Europa. In quegli anni continua a progettare barche di piccole dimensioni e nel 73′, forte della superiorità del genio italiano, con EC 26 sfida i francesi, vincendo la regata lunga nella sua classe a La Rochelle, all’epoca considerata il tempio della vela. Da quel momento in poi, inizia a progettare anche barche di dimensioni maggiori che riscuotono un grande successo come il Seariff 55 e l’EC 37 Albsail.
Con il suo studio, la Ceccarelli Yacht Design, fondato con il figlio, collabora alla realizzazione delle imbarcazioni della Coppa America, Mascalzone Latino e +39 Challenger. Epaminonda è stato un grande uomo, ha saputo abbinare l’estro creativo a solide base tecniche, quando il computer e i programmi di progettazione erano del tutto sconosciuti. Buon vento.