Alle 04.45 del 16 agosto salpiamo dalla rada di Bananec per rotta 265° con vento proveniente da SW. Dopo un pilotaggio di circa un’ora, tra le varie isolette dell’arcipelago, sfruttando gli allineamenti offerti dal faro dell’isola di Fort Cicogne e dalle boe luminose di segnalamento, usciamo in mare aperto.
Proseguiamo per circa 7 ore sempre in direzione W, con vento al traverso di 15 nodi e mare poco mosso. Alle 13 e 10 in posizione 47° 32 N e 04° 33 W, il vento cambia direzione e gira decisamente ad Ovest. Ho iniziato il mio turno di barra da circa un’ora e vista la situazione del vento, decido di virare per rotta 180° al fine di verificare quale angolo di bolina riesco a stringere e che velocità posso tenere con queste mura.
Quando l’anemometro segna un vento reale di 20 nodi, decido di prendere una mano di terzaroli. Dopo qualche ora il vento rinforza ancora e prendiamo una seconda mano di terzaroli. Verso le 19 il vento gira ancora a SSW e con queste mura non riusciamo più a stringere il vento per 180°. Per mantenere una buona velocità di bolina, dovremmo scendere per 140, ma è una rotta che non mi piace perché ci porterebbe verso il centro del golfo e troppo a ridosso della costa.
Viriamo per rotta 270° preferendo decisamente di andare più ad ovest ma senza allontanarci troppo dalla rotta ideale di 215°. Proseguiamo per tutta la notte con questa andatura alternando alcuni lunghi bordi. Il mattino seguente, come previsto dai Bollettini di Meteo France, il vento gira a WNW e questo ci permette di tenere una rotta di circa 210°.
Nel primo pomeriggio le condizioni meteo si fanno più severe. Il barometro scende sotto i 980 millibar ed intravediamo all’orizzonte l’avvicinarsi di un fronte freddo contornato da cumuli nembi carichi di pioggia. Meteo France annuncia, nel notiziario delle 16.30, l’arrivo di una grande depressione nella nostra zona con vento sopra i 30 nodi e mare molto agitato.
Visto il peggioramento delle condizioni meteo alle 17.30 cambiamo rotta scendendo per 170°, con l’intento di portarci fuori dal centro depressionario. Navighiamo, così, per tutta la notte ed il mattino successivo sempre con un vento che, ora, è costantemente sopra i 30 nodi con punte di 36/37 nodi. La barca risponde bene alle sollecitazioni ma dobbiamo navigare con tre mani di terzaroli sulla randa ed una mano di terzaroli sul Solent.
La mattinata trascorre abbastanza bene e l’equipaggio, nonostante le difficili condizioni, è ancora in forza anche se i turni di barra diventano, con passare delle ore, sempre più duri e faticosi. Le condizioni iniziano a diventare proibitive verso le 15,00. Il vento, adesso, supera costantemente i 35 nodi e qualche raffica arriva anche a 40.
Con un vento così le mani di terzaroli non bastano più e per riuscire a governare la barca, dobbiamo ammainare la randa proseguendo solo col Solent terzarolato all’impossibile. Nonostante siamo in piena burrasca la giornata è limpida con un sole che splende come se fossimo ai tropici. E’ una situazione surreale e a memoria, non ricordo di essermi mai trovato in condizioni simili.
La tensione dell’equipaggio è palpabile ma il sole ci mette un po’ di buon umore tanto che scherziamo e scommettiamo sull’altezza delle onde che s’infrangono sul mascone. Siamo coscienti di essere in condizioni difficili ma il nostro San Ossedy 43, nonostante in certi momenti arranchi faticosamente sulle onde, è molto stabile e naviga bene filando ad una velocità di 5/6 nodi solo con il Solent. – continua –