Molti proprietari di barche sanno bene cosa significhi l’invecchiamento precoce del proprio scafo: deterioramento del colore, ingiallimento, formazione di muffe sulla coperta in teak ecc. Anche se a livello strutturale questo ha poco rilievo, a livello estetico ha un grosso impatto, soprattutto su quelle barche che hanno la carena colorata di blu.
Infatti il pigmento colorante che viene aggiunto al gel coat col passare del tempo, a causa dell’azione dei raggi UV e dell’aggressione della salsedine, tende inevitabilmente a sbiadirsi causando un effetto ottico molto sgradevole, anche in considerazione del fatto che questo processo si manifesta, molte volte, dopo solo tre o quattro anni dall’acquisto.
Una società italiana, specializzata nel trattamento delle carene, sta mettendo a punto una serie di prodotti che dovrebbero risolvere i problemi di cura e manutenzione degli scafi. I titolari hanno presentato le loro novità all’ultimo Sea Tec di Massa Carrara.
In sostanza si tratta di una gamma di prodotti –linea LikeNew appunto – che sfruttando le nano tecnologie puliscono le varie superfici della barca dall’ opera viva, all’opera morta, agli acciai, sino alla coperta, promettendo di eliminare ogni tipo di sporco, lucidare la parte trattata e mantenerla pulita e splendente per lungo tempo. Oltre a detergere i prodotti si cristallizzano formando una pellicola invisibile che dovrebbe garantire il mantenimento della pulizia promessa.
Non conoscendo molti dettagli sul funzionamento del sistema non posso dire se effettivamente questo procedimento, che sfrutta la nanotecnologia, può essere veramente valido ed esente da ogni controindicazione. Vedendo le foto prese direttamente dal sito dei produttori parrebbe effettivamente che questi prodotti abbiano una reale efficacia.
Essendo il tutto ancora in una fase sperimentale è difficile dire quali saranno i risultati, ma se veramente quello che sperano gli inventori si dovesse realizzare, soprattutto in termini di rapporto qualità prezzo, allora ci potremmo trovare di fronte ad una piccola rivoluzione nel mondo del trattamento degli scafi da diporto. Una rivoluzione tutta made in Italy, ovviamente.
Sperimentale ? Per quel che ne so mica tanto…
C’è che il prodotto lo ha introdotto, sviluppato e testato in Italia, in tempi non sospetti, nel corso degli utlimi 3-4 anni.
Le prime barche trattate con il sistema originario e originale appaiono ancora come nuove (o praticamente tali). La mia, per esempio…
Certo è che le nanotecnologie appaiono per chi le vede solo ora sembrano quasi magiche. Molta strada fatta e tanta da fare, come dire ? Buona sperimentazione, ma a leggere negli articoli scientifici quel che vediamo ora è già “vecchio”.
Ciao Giganano e benevenuto nel nostro blog.
Personalmente, visto che ho parlato direttamente con chi questo prodotto lo vende Andrea Guerrini, posso garantirti che ci sono circa il 5/6 % dei trattamenti che non hanno ottenuto il risultato voluto, purtroppo tra queste barche c’è anche quella del mio amico Francesco, Beneteau 57, che dopo il trattamento della Likenew la carena non ha ottenuto un risultato soddisfacente tanto che lo stesso Andrea si è riproposto di ripere il lavoro ammettendo dei difetti nell’applicazione.
Non è questione solo di nanotecnologie, ma soprattutto di sistemi e tempi di applicazione che possono inficiare il risultato. Le nanotecnologie vengono applicate in tanti campi e quello delle nautica è solo uno degli ultimi.
Non conosco Andrea Guerrini, sinceramente.
Ma ricordo che quando applicarono il prodotto, all’epoca, era presente direttamente il produttore, il prodotto era già testato ma (ricordo che al tipo del cantiere lo aveva sfinito) quello che contava (come dici giustamente) era il metodo di applicazione che avevano appena “definito” e veniva messo a garanzia, se correttamente eseguito, dell’intervento.
Avevo qualche timore, sinceramente, ma mi fidavo del cantiere, lui si fidava del produttore e mi è andata benissimo.
E’ già qualcosa (e ci mancherebbe pure) che a fronte di intervento non andato a buon fine ci si rimetta mano.
Come ti dicevo, preso dalla curiosità, mi sono documentato sulle “nanotecnologie”, se è vero un quarto di quello che dicono c’è da divertirsi…
Andrea è il titolare della LikeNew, la ditta che commercializza questo prodotto in italia. Forse ci sono altre ditte che fanno la stessa cosa, ma francamente non so se hanno ottenuto gli stessi risultati. Il mio amico che ha una barca con scafo colorato di blu voleva ridipenderla, ma io gli ho consigliato questo trattamento della LikeNew. Per i primi due mesi lo scafo sembravara veramente nuovo, mentre già a fine agosto iniziavano a vedersi i primi problemi. Adesso è messo peggio di prima. Il prodotto molto probabilemente è stato dato troppo in fretta e in condizioni ambientali non idonee, così la cristallizzazione della nanoparticelle non è stata corretta ed ora si vede proprio sulla carena il passaggio del rullo. L’effetto cromatico è simile a quello del calcare sulla doccia, sono che anche se usi dei tensioattivi potenti queso non viene via. Altre barche invece, come la tua, probabilmente hanno ottenuto dei risultati sorprendenti ed veramente sembrano quasi nuove.
Il che conferma quel che ti dicevo e ti do una dritta: non solo i tensioattivi non servono a rimuovere il prodotto ma tendono a “patinare” (con lo sporco) la superficie (l’effetto pratico, siccome lo sposrco non si attacca, del tensioattivo è quelo di spargere lo sporco)
Come ti dicevo mi sono documentato sulle “nano” e dopo la barca ho trattato, con un prodotto nanotech simile (l’ho preso in germania), il vetro dell’auto.
Una figata, l’acqua scorre via da sola dal parabrezza a una certa velocità, ma se metti i detergenti in vaschetta (che i tensioattivi li hanno) ti fa effetto patina… credo che sulle barche possa succedere più o meno la stessa cosa.
Con un po’ d’acqua e di pazienza (almeno sul vetro) la patina sparisce…
…come dire: gallina che non becca…
Ciao
forse il produttore è questo ?
http://www.vieuxmalin.com/index.php/tortuga/nanoprom/
Ciao Giorgio e benvenuto nel nostro blog.
No non è lo stesso pruduttorre di cui parlo nel mio post, ma molto probabilmente sono prodotti simili che possono ottenere gli stessi risultati. Personalemente con credo che esistano in commercio prodotti miracolosi che possono ringiovanire perennemente lo scafo di una barca. Essendo di derivazione culturale e professionale un chimico, posso garantire che anche l’utilizzo delle nanoparticelle ha comunque dei limiti. Certo se uno deve rifare la carena riverniciandola tout court, forse è meglio utlizzare questi prodotti che costano molto meno e che in molti casi hanno dato risultati soddisfacenti. Tuttavia bisogna vedere quando resistono sul lungo e medio periodo dato che fino ad ora nessuno garantisce a vita il trattamento….
@Giorgio: dovrebbe essere proprio lui
@LauMar: quello che dici è condivisibile, d’altra parte, per dirla con Adam Smith (o Keynes ? boh)… nel medio-lungo periodo saremo tutti morti (toccati pure) e quindi non mi aspetto “miracoli” dalle naotecnologie, se il trattamento “tenesse botta” altri 4-5 anni (per un totale di 7-8) grasso che cola. Nel frattempo salterà fuori qualcosa di ancor più “miracoloso”.
Se penso, da bravo informatico, ai PC di oggi e che sulla luna ci siamo andati con 64K di RAM posso (possiamo) nutrire qualche buona speranza !