Le mode si fa fanno tendenza e con esse arrivano sempre nuovi prodotti, ma per nostra fortuna le stesse prima o poi passano ed con esse anche quelle false rivoluzioni ed innovazioni.
Philippe Starck, noto designer di fama mondiale ed autore di prestigiose imbarcazioni, sostiene che l’80% dei prodotti oggi in commercio sono inutili e che nel prossimo futuro i progettisti dovranno concentrarsi sulla semplice equazione che è alla base di ogni innovazione: rispetto dell’ambiente, tecnologia e funzionalità reale per soddisfare i bisogni quotidiani della nostra tribù.
La moda dell’easy sailing porta come conseguenza diretta la presunta semplificazione di ogni manovra a bordo arrivando a sostenere che si può condurre una barca da 20 metri in completa autonomia, senza l’ausilio di un buona mezza dozzina di marinai. E siccome la moda è contagiosa, oggi la semplificazione in barca diviene oggetto di culto alla portata di tutti.
Molti prodotti, che prima erano solo di alta gamma, oggi vengono installati anche su delle barca di serie, con l’assurda presunzione di dover facilitare a tutti i costi le manovre a bordo.
Mi riferisco ai cosiddetti verricelli auto viranti, presenti da qualche anno sul mercato, quelli cioè che senza l’azione dell’uomo possono automaticamente lascare la scotta del fiocco, così che una sola persona possa cazzare la scotta sopravvento senza doversi preoccupare di lascare l’altra.
Lawmar è andata oltre in questo settore proponendo rivoluzionario winch che grazie ad un semplice pulsante è capace da solo di effettuare la manovra di virata. Infatti il Revo, questo è il nome del prodotto Lewmar recentemente presentato al Mets, è composto da due winch elettrici comandati da una centralina elettronica che li aziona sincronizzando, al tempo stesso, la manovra del passaggio del fiocco durante la virata. Al marinaio, od al timoniere stesso, non resta così che pigiare un semplice pulsante poco prima d’iniziare a virare ed voilà il gioco e fatto.
In apparenza questi nuovi winch Revo sembrano identici a quelli comuni ma nella realtà nascondono alcune novità. In primo luogo la guancia self telling è studiata con una particolare sagomatura che non permette alla scotta di uscire accidentalmente, mentre il motore è progettato per poter essere gestito dalla centralina elettronica. Se poi si desiderano delle regolazioni di fino ci sono sempre due bottoni che consentono ai winch di lascare e cazzare indipendentemente dalla regolazione effettuata della centralina.
Tutto ciò, in apparenza, è positivo e certamente faciliterà il lavoro in manovra a coloro che usano la barca con equipaggio ridotto; l’effetto negativo, invece, è quello di rendere sempre più la barca a vela al pari di una vettura col cambio automatico, dove la componente umana si limita a controllare e gestire dei pulsanti o leve.
Se però in macchina quando qualcosa si blocca si può accostare e chiamare il carroattrezzi, in barca non è così, visto che il mare ed il vento non aspettano certo i soccorsi per farti finire a scogli.
Semplificare, automatizzare ed elettrificare le manovre correnti oggi, su grandi scafi, è quasi obbligatorio, ma al contempo rende il marinaio schiavo della componente elettromeccanica che, come è noto, necessità di energia e se questa manca, magari quando soffia una bel fortunale, voglio proprio capire come si fa a far virare un fiocco col solo pulsante del winch.