Tutto è mare, a Marsiglia. Anche i cumuli di terraferma. Il Vieux Port, il Jardin des Vestiges, Le Panier, il Château d’If, l’Estaco, les Calanques.
Marsiglia è una culla e una tomba.
Custodite in un mare che sa di pesce e tragedia, di vino bianco e storie d’amori incompiuti o finiti in malinconia, di cibo fresco fatto sulla falsariga delle ricette tradizionali, di polvere da sparo e sangue. Il sangue che scorre sulla carne di uomini presi a coltellate; il sangue che sgorga dall’anima di disillusi che devono fare i conti con una realtà che, quando non è amara, diventa uno scherzo beffardo del destino.
Il mare è un mestiere e una casa, per un marsigliese è la vita stessa.
Jean Claude Izzo, nel capoluogo della Provenza-Alpi-Costa Azzurra ci è nato, vissuto e ci è morto. 20 giugno 1945 – sta inciso sull’effige – e 26 genaio 2000. Mezzo italiano (di padre) e per metà transalpino (da parte di mamma), una formazione culturale fatta di vita vissuta e lezioni apprese in una scuola professionale. Guerra e politica, lutti e incontri, benessere e malattia, carcere e libertà: una ricerca costante, nel corso dell’esistenza di Izzo, che si conclude senza un compimento definitivo.
Troppo pochi, quei 54 anni messi in una bara da un cancro ai polmoni che nell’ultimo periodo di vita ne ha debilitato le funzioni fisiche e intellettive, per dire tutto quel che il mare – a Izzo – aveva sussurrato in un procrastinarsi di onde. Su onde. Su onde. Troppo pochi, quei 648 mesi di vita vissuta a contatto con l’oceano, ma abbastanza da lasciare in dote eterna una trilogia che puzza del puzzo di Marsiglia riuscendo a un tempo a custodirne il profumo esclusivo.
Casino totale, poi Chourmo, a ruota Solea. Noir Mediterraneo di prim’ordine, direbbero i critici più superficiali.
In realtà, i tre libri sono una trasfigurazione fedelissima di quel che Marsiglia rappresenta e di come vivono i marsigliesi. Nella trilogia ci si nutre di dettagli della vita vera della cité phocéenne: le amicizie, la musica, il pastis, il cielo, il sesso, le fogne, il sale e il sole. Il mare. Di Marsiglia. Un’esplosione di rabbia, un grido di dolore e di richiamo verso questa vita: che avrebbe potuto essere bella ma in cui la bellezza tarda sempre a manifestarsi. Che avrebbe potuto essere viva e piena di emozioni. Ma che in molti casi non si sa vivere.