Deriva mobile, per chi ama “ancorare” sulla spiaggia

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Molte barche, soprattutto quelle prodotte dai cantieri della Bretagna o che si affacciano sul mare del nord dove le escursioni della marea sono di notevole entità, hanno la  deriva mobile così da facilitare l’ancoraggio, l’ingresso e  lo stazionamento nei porti o nelle marine.

Le soluzioni proposte dai cantieri sono fondamentalmente di tre tipi: quella con la lama a scomparsa integrale, quella con lama pivotante e quella con zavorra completamente in sentina che aumenta notevolmente il dislocamento ed è molto penalizzante con poco vento.

Nella realtà i progettisti si orientano sui primi due modelli che permettono notevoli prestazioni a tutte le andature,  pur mantenendo un peso complessivo della zavorra simile a quelle con chiglia fissa. Inoltre nelle andature di bolina dove lo scarroccio è maggiore, non è tanto il peso della lama, quanto la forma che fa la differenza. Questa tipologia, ad esempio, è stata scelta dal cantiere Allures che ha realizzato una chiglia retrattile, con forma alare simile a quella utilizzate dal team di Australia II nell’edizione del 1983 dell’America’s Cup, che risulta sorprendente per efficacia e prestazioni.

Inoltre, in tema di sicurezza, le barche dotate di chiglia mobile possono contare sull’effetto derapante quando incontrano onde di notevoli dimensioni e frangenti. Infatti se si solleva la deriva anche se l’onda investe la barca lateralmente la pinna non offrirà resistenza e lo scafo potrà scivolare sulla cresta senza correre il rischio di ribaltamento. Una tecnica sperimentata molto positivamente dai navigatori d’altura, durante le tempeste oceaniche.

Altro vantaggio delle barche con chiglia mobile è quello di poter navigare in acque relativamente poco profonde in rapporto al dislocamento della barca. Cosi, ad esempio, sul Pogo 10,50 il progettista Finot ha previsto una lama esterna “pivontate” – simile ad una lama di coltello a serramanico – che completamente abbassata ha un pescaggio di 2, 8 metri, garantendo ottime prestazioni di bolina, mentre quando la pinna è alzata il pescaggio si riduce a 1, 05 metri, garantendo al proprietario di poter arrivare ad ancorarsi quasi sulla battigia. In questo modo si rende quasi superfluo l’uso del tender e si aumentano le possibilità di attracco nei porti rispetto a barche di pari dimensioni.

Gli svantaggi di questi sistemi di pinne mobili sono per lo più dovuti a difetti di funzionamento ed al fatto che mediamente sono più delicate di quelle fisse, e quindi se prendono un  colpo durante la navigazione si possono guastare impedendo così la possibilità di utilizzo, magari in situazioni critiche.

Personalmente sono favorevole alle chiglie retrattili che possono garantire ottime prestazioni e facilità d’ormeggio. La diffusione di questo tipo di chiglia sta contagiando anche il mondo dei maxi yacht che possono trarre molti vantaggi nel ridurre il pescaggio che alle volte arriva sino a 10 metri.

Una simile profondità della chiglia impedisce di fatto ogni ingresso nelle marine, mentre un pescaggio ridotto risolve ogni problema e permette l’attracco o l’ancoraggio  in baie incantate, che altrimenti non potrebbero essere esplorate.

2 commenti su “Deriva mobile, per chi ama “ancorare” sulla spiaggia”

  1. Salve,
    chi mi può auitare? Ho una deriva mobile a lama a scomparsa da qualche mese, pesca 0.40/1.40, desiderei sapere se è normale che deve avere un gioco di circa 2 cm per lato.
    Saluti a tutti Adriano

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  2. Buongiorno Adriano, per poterle dare una risposta dovrei sapere di che tipo di barca stiamo parlando dato che solo conoscendo il modello è possibile darle una risposta corretta. Di norma un certo gioco è plausibile, ma generalmente nell’ordine di qualche millimetro ( 4/5 mm). Non vorrei che fosse un problema legato all’errato stampaggio delle scassa della pinna di deriva. In questo caso il difetto non deve essere sottovalutato dato che potrebbe comportare la rottura della deriva stessa.

    Per ogni ulteriore informazione mi può contattare direttamente al seguente indirizzo email: [email protected] o a questo numero 338 40 67 161

    Marco Lauricella

    @ adriano:

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