Costruirsi la barca: come, quando e perché – parte 3

Costruire barcaAvendo navigato un pò per i siti che contengono i piani di costruzione, dovremmo adesso deciderci per scegliere quantomeno la tipologia di imbarcazione che vorremmo costruire. Intanto pensiamo a dove realizzare il nostro cantiere, garage, tettoia o serra (non un serra propriamente da giardino, ma qualcosa di simile che quindi possa contenere la nostra barca, e fornirle e fornirci un riparo nei mesi invernali), tenendo conto che dovremmo avere almeno un metro o meglio due per ogni lato, in modo da muoverci agevolmente.

Trovato un rifugio, potremo organizzarci per la scelta. Sui siti che ho segnalato è possibile avere di massima un’idea di ciò che sarà la nostra imbarcazione. Che si tratti di deriva o cabinato o barca da regata, ogni progetto è da valutare bene, poiché una volta intrapreso si dovrebbe ultimare (si spera, nonostante non sia bassa la percentuale di chi acquista piani e non termina neanche lo scafo).
Per un conto approssimativo della spesa da effettuare, potremmo ipotizzare che la manodopera incide sicuramente per il 50% sul costo finale di un’imbarcazione. Quindi, se acquistiamo una barca da 30 mila Euro, la metà potremo risparmiarla nel caso dell’autocostruzione. Naturalmente vi sono delle eccezioni, e non sempre l’autocostruzione può risolvere problemi di scafi realizzati con stampi in vetroresina, e quindi leggeri, economici se realizzati in larga scala, ma non è detto che la vostra barca sia una di queste.

Per farsi un’idea sul tempo da impiegare per costruire una barca da 30 mila Euro, ci si può adoperare in questo modo: se un operaio prende normalmente 15 Euro l’ora, e si considera che il costo della manodopera incide come detto prima per il 50% del valore finale, significa che  occorreranno circa 15000/15=1000 ore di lavoro. Se si lavora solo nei week-end, come è facilmente ipotizzabile, sarebbero 15 ore  utili a week-end, per cui occorrerebbero circa 15 mesi per completare l’opera. Se si aggiunge l’inesperienza, o comunque la non pari esperienza di un operaio specializzato, allora i mesi potrebbero benissimo essere 20.

Riguardo al costo del materiale, occorre precisare che esso varia da fornitore a fornitore. Riguardo la struttura in legno, la più utilizzata in ambito di autocostruzione perché facilmente reperibile, modellabile e lavorabile, c’è una gran variabilità di prezzi che è meglio riuscire a spuntare dopo aver contattato diversi fornitori, a meno di non trovare proprio quello giusto sotto casa. Allo scopo di evitare stress e perdite di tempo per chi vuole procedere con una certa celerità, esistono dei kit con pannelli pretagliati, che consentono di risparmiare tempo, comportando però un costo maggiore. Il miglior compromesso, a patto di riuscirci, rimane quello di acquistare il legno da un grossista, farselo portare presso la falegnameria più vicina e procedere al taglio, riservandosi poi di lavorare di fino in un secondo momento.

Certo, non è detto che possiate o vogliate realizzare proprio tutto da soli: alcuni cantieri mettono a disposizione la propria esperienza per terminare lo scafo, ad esempio, lasciando tutte le altre parti alla perizia dell’armatore-costruttore. Ciò è necessario per le imbarcazioni di una certa dimensione, che potrebbe essere dopo i 23-26 piedi, ma nulla comunque vieta di costruire uno scafo di 45 piedi nel proprio giardino (con l’attrezzatura giusta, ovviamente, compresa la gru per girarlo una volta terminato).

Acquistato il piano, è opportuno studiarselo in ogni minimo dettaglio. Non bastano i Lego, purtroppo, per portare a termine l’opera, ma occorre una buona perizia e un senso di immaginazione sviluppato per immaginare ogni dettaglio al posto giusto. Il che non vuol dire nulla di trascendentale, ma solo attenzione, e cervello. Ogni cosa deve essere al suo posto, e realizzando un modello in scala si può certamente avere l’idea che in effetti lo sia, e che quello che è solo un giocattolo potrebbe diventare il sogno di una vita.

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