Questa seconda puntata di “Come costruirsi la barca: come, quando e perché” vuole fornire le giuste indicazioni su dove reperire i progetti, e come farsi inoltre quattro conti per non rimanere a metà dell’opera con il conto in banca scoperto.
Partiamo dal presupposto che scegliere un progetto è quasi come scegliere la barca finita, quindi prestando attenzione a ogni dettaglio, ogni minimo particolare che possa farci orientare verso quella piuttosto che quell’altra scelta. La differenza, però, sta nel fatto che nel caso di una barca bella e pronta, possiamo verificarne ogni parte toccando con mano, nel nostro invece dovremmo lavorare fortemente d’immaginazione.
Per chi non ha mai posseduto una barca, e ha scelto la via dell’autocostruzione per scoprire la propria vocazione di marinaio, è fortissimamente consigliato di andare a vedere presso un cantiere, un circolo, una banchina, una barca che abbia quantomeno caratteristiche grosso modo simili a quelle che soddisferebbero i propri gusti. Vedere un paio di fogli A4 con qualche centinaio di linee darebbe bene l’idea ad un ingegnere, non di certo ad una persona comune.
Le dimensioni, in barca, sono fondamentali. Guadagnare centimetri nel pozzetto, o nell’altezza della tuga, non dico che potrebbe cambiarvi la vita ma le abitudini si. Nelle barche da regata, ad esempio, lo spazio di manovra deve essere il più ampio possibile, e la maggior parte della vita a bordo si svolge nel sopracoperta, per cui occorre massimizzare lo spazio nel pozzetto. Nei cruiser, specialmente se piccoli, ottimizzare il sottocoperta è indispensabile per non sacrificarsi troppo, magari avendo speso un bel pò di quattrini.
Naturalmente queste sono informazioni del tutto generali, ma possono servire per una prima “cernita” dando un’occhiata al materiale da reperire, e sui cui probabilmente investire. Per agevolare l’impresa, molti siti (se non tutti) mettono a disposizione dei piani di studio, che in sostanza sono una sintesi o un estratto dei piani integrali, e che servono ad una valutazione preventiva dell’imbarcazione. I piani di studio, una volta deciso l’acquisto, possono essere restituiti defalcando l’importo speso per l’acquisto dall’importo che occorre per acquisire i disegni completi.
Alcuni cantieri, d’accordo con il progettista, vendono anche le royalty kit, che oltre al progetto intero comprendono le istruzioni di montaggio, proprio come per i Lego, altamente consigliate a chi non ha esperienza di modellismo o di fai da te avanzato. A meno che non si abbia la possibilità di sbagliare, aspetto che bisogna mettere in conto e che incide a volta in maniera considerevole sul portafogli.
I siti che ospitano progetti di imbarcazioni sono i seguenti: in Italia i più noti sono Nautikit, B.C.A. Demco, TLY, E-boat (che altro non è che la versione italianizzata di Bateau, in inglese ma con la possibilità di avere anche misure metriche), BoatDesign, che raccoglie diversi siti amatoriali (alcuni non funzionanti), questo, in cui potrete trovare una rassegna di barche d’epoca pubblicate su riviste specializzate, e per finire DudleyDix, un proliferissimo progettista che ha barche per tutti i gusti, molto conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Poi ci sono siti più o meno amatoriali, come Cantierino, oppure Venetia (l’ho scovato da poco, mette a disposizione gratis i piani della gondola veneziana).
Naturalmente esiste una bella differenza tra i siti prima elencati: se nei primi siti italiani elencati troverete prezzi più alti, significa che dietro c’è un lavoro di progettazione e definizione dei dettagli notevole. A prima vista infatti l’autocostruttore potrebbe desistere a causa del prezzo elevato, ma d’altro canto contattare qualcuno, in italiano, che possa interagire con l’armatore-cantiere e possa suggerire soluzioni in tempo quasi-reale è di certo un bel vantaggio. Nei siti amatoriali, viceversa, troverete progetti anche gratuiti, ma inadatti per chi deve cominciare da zero, a causa della difficoltà di realizzare “dettagliatamente” quanto riportato dai disegni “ermeticamente”.