In ambito nautico vi sono centinaia di tipologie di cime, scotte e drizze, realizzate ognuna con fibre differenti e ricoperte con varie calze di materiali diversi. La produzione è quasi sempre concentrata per usi diversi dove la capacità di sopportare carichi differenti è fondamentale.
A seconda della tipologia di barca che si possiede sarà necessario predisporre le manovre correnti con cime, scotte e drizze adatte all’uso dato che scegliere cime non adatte comporta quanto meno una spesa inutile se non peggio, come pericoli di rotture se queste risultano sottodimensionate.
Certe volte mi capita di vedere barche di 11/12 metri che utilizzano cime che possono andare bene, al massimo, per un 28 piedi solo per il fatto che il proprietario della barca le ha portate dalla barca più piccola che possedeva, prima, per risparmiare qualche centinaio di euro.
La qualità delle cime poi è fondamentale soprattutto sulle barche da crociera. Infatti se sopra una barca da regata in caso di rottura di una drizza c’è sempre un gran numero di persone capaci di risolvere il problema, sul vostro cruiser siete solo voi ed al massimo qualche amico.
Per questo motivo l’attrezzatura delle manovre correnti deve essere di prima qualità, inoltre le cime devono resistere a lungo anche in condizioni di stress derivante dai carichi a cui sono sottoposte ed alle condizioni ambientali.
Come capire quel è il materiale più adatto per le vostre cime è una cosa non semplice. Tendenzialmente si devono conoscere i dati forniti dal cantiere od affidarsi ad un rigger esperto che vi dirà quali sono i carichi che la cima dovrà sostenere. Una volta scoperto il tipo di cima adatta non avrete altro che l’imbarazzo della scelta e l’unica considerazione sarà riferita al budget che avete a disposizione.
La differenza invece tra una scotta e una drizza è assai notevole poichè i carichi e lo stress che devono sopportare non sono identici. Le drizze generalmente devono restare stabili per lungo tempo, la loro sollecitazione avviene in un punto preciso, quasi sempre nella puleggia in testa albero, e non necessita di morbidezza. In ogni caso le drizze devono possedere una rigidità superiore e basso potere di allungamento.
La scotta di una vela invece viene sottoposta di continuo a differenti sollecitazioni ed attriti, dato che deve essere avvolta sui winch o passare nei bozzelli del paranco. Tralasciando le qualità intrinseche dell’anima, che generalmente sono più morbide delle drizze, ciò che conta in una scotta è la calza che deve essere con intrecci di fibra antiscivolo e con alta resistenza all’usura. Inoltre la scotta deve possedere un alto potere di ritornare nella sua posizione naturale, cioè non deve twistare – creare le classiche nocche – su stopper e bozzelli.
Il mio consiglio personale è sempre quello di acquistare cime adatte e di buona qualità dato che sono fondamentali per la sicurezza durante la navigazione, perché rompere una drizza con 10 nodi di vento è una cosa, con 35 diventa molto, ma molto più problematico.