Per molti connazionali il Brasile è il paese delle spiagge, del sole, mare, delle belle ragazze e de “Futebol”, per quelli delle mia generazione la sfida, della nazionale italiana contro quella brasileira, nel campionato mondiale di calcio del 1982 resta il ricordo indelebile di un’impresa storica. Allora il Brasile era considerato un paese povero o meglio, in via di sviluppo, dove pochi tenevano le redini del potere e la politica era in balia della dittatura militare.
Mentre da noi s’inneggiava alla “Milano da Bere” ed il PIL italiano tirava a doppia cifra – cosi come il debito pubblico n.d.r.- , in Brasile la classe media faceva molta fatica ad arrivare sino a fine mese. Oggi le cose sono radicalmente cambiate ed invertite. Mentre a noi resta un grandissimo debito pubblico e lo sviluppo economico cresce a cifre decimali, qui a Barsilia l’economia tira a doppia cifra e pian piano si vedono i nuovi ricchi.
Finita la Guerra Fredda, e con essa l’influenza ed il controllo statunitense sul Sud America, inizia ha farsi largo una democrazia consolidata che permette lo sviluppo dei rapporti internazionali e la crescita economica del paese. Investire in Brasile non è mai stato un tabù per gli italiani, ma fino ad ora solo le grandi imprese potevano permettersi degli investimenti fruttiferi.
Con la crescita della classe media cresce anche la domanda di svago ed in questo senso quelle di imbarcazioni da diporto. Essendo, poi, il Brasile il maggior paese del Sud America per numero di coste e di marine attrezzate, si può ben capire quale potenzialità di sviluppo avrà la nautica.
Già alcuni brand di cantieri italiani hanno deciso d’investire, mentre altri stanno pensando di aprire cantieri o di associarsi in partecipazione con altri marchi locali. I pochi cantieri Brasiliani che producono barche non sono all’altezza certo di offrire prodotti di grande qualità e lusso, mentre i nostri costruttori si possono permettere i migliori designer al mondo ed una tradizione consolidata nella cantieristica.
Se poi consideriamo altresì che in Brasile c’è una barca ogni 20000 abitanti contro la media europea di una barca per 1200 abitanti, immaginiamo quale potenzialità avrà il Brasile in termini numerici. Dopo la miriade di Porche Cayenne che ho visto girare per Sao Paulo e Rio, mi aspetto di vedere un gran numero di barche tra i 10 e 20 metri, magari made in Italy, fra 5 /10 anni o poco più. Abraços