Una Tribu che avanza. In mezzo al mare, avanti tutta: non è la carica armoniosa delle note di Jovanotti – certo – ma un colosso da 50 metri di lunghezza che domina le onde senza subirne la portata. Propietario di cotanta imbarcazione, niente popo di meno che Luciano Benetton, quello della griffe che compare su abiti e vestiti alla moda. Ma anche quello della squadra di basket, rugby. Lo stesso Benetton che, oltre ad essere uno degli imprenditori più potenti d’Italia, è anche nella top five della speciale classifica dei più ricchi della penisola. Tribu è il nome che l’industriale ha dato al suo yacht, quasi a dimostrazione del fatto che quel patrimonio personale – stimato in oltre 3 miliardi di dollari – basterebbe eccome a sfamare un’intera tribù. Comodità e lusso, tranquillità e comfort: una vera e propria abitazione sull’acqua realizzata in acciaio con sovrastrutture in alluminio e costata la bellezza di 24 milioni di euro. Spazio vitale assicurato per realizzare il sogno di una vita: girare il mondo – costa a costa – nel pieno rispetto dell’ambiente: il super-yacht, infatti, è ecologico avendo al contempo un sistema in grado di ridurre le emissioni di biossido di carbonio e raccogliere le acque di scarico per trattarle prima di lasciarle confluire in mare. Posti all’interno per otto persone a cui non manca certo di che divertirsi: sistema di comunicazione satellitare, sala cinematografica, deck per l’abbronzatura, chef personale. A trainare muovere in lungo e in largo il Tribù, due motori da 1250 cavalli.
Quando mai i motori “trainano” una barca??? quelli sono i rimorchiatori…è l’unico verbo inesatto che richiama la traslazione di uno scafo in mare
E poi cosa centra la riduzione del biossido di carbonio??? cos’è questa barca va ad acqua minerale??? Ah la chimica bisogna conoscerla…per evitare errori.
Gentile Cristiano,
noto con piacere che l’articolo lo ha letto attentamente. Le dirò di più, trovo anche stimolante il fatto di interagire con una persona a cui basta un commento per mettere in evidenza competenze specifiche e padronanza di linguaggio. Quel “trainare” stona, lo ammetto: adagiato nel periodo come un rifiuto gettato in mare aperto. Cambierò verbo: non utilizzerò quello che ha indicato Lei (“traslazione”) solo perchè a me richiama alla memoria il trasferimento delle salme.
Sulla seconda osservazione, invece, mi venga cortesemente in soccorso: non viene per caso prodotto per combustione?
Ho letto per caso questo articolo.
Tutte le notizie sullo yacht ecologico sono solo una bufala.
Il Tribu’ non ha nessun dispositivo per i gas di scarico e il separatore di sentina istallato e’ solo un giocattolo, non ha mai funzionato.