I fenomeni corrosivi a cui vanno incontro tutti i metalli immersi in acqua di mare è da sempre stato un problema per le imbarcazioni. L’effetto è quello di presentare ossidazione – la classica patinatura rosso-arancio in caso di ossido di ferro – che a lungo andare rende discontinue e fragili le strutture, e non smette fino a quando c’è metallo da corrodere.
Diverse sono le parti soggette a corrosione, e diverse sono le interazioni tra i diversi metalli immersi in una soluzione elettrolitica (vedi l’acqua di mare) che creano una differenza di potenziale, quindi un anodo e un catodo. Se accoppiamo elettricamente ferro e zinco, ad esempio, il metallo a consumarsi rispetto all’altro sarà lo zinco, che per aumentare la sua concentrazione e quindi alzare il suo potenziale elettrico – secondo un’equazione di equilibrio elettrochimico chiamata Equazione di Nernst – si scioglierà in soluzione consumandosi a discapito quindi del ferro, che rimarrà invece intatto.
E’ proprio questo il principio, spiegato in modo molto semplificato, secondo cui viene impiegata la tecnica dell’anodo sacrificale in nautica, per scafi, motori ed eliche che sono le parti più tradizionalmente soggette a corrosione, e si parla di protezione catodica, poiché nell’accoppiamento siffatto è il metallo diventato catodo a proteggersi. Gli anodi sacrificali sono realizzati in zinco o magnesio, e venno controllati periodicamente poiché non prima che si esauriscano vanno cambiati con altri nuovi. Se così non fosse, si innescherebbe il processo corrosivo alla prima messa in acqua, per cui è buona abitudine un controllo anche più volte l’anno, cosa che invece si tende a dimenticare
Per i motori, ad esempio, l’anodo sacrificale è immerso in un apposito volume ricavato nel carter, assicurando quindi un contatto elettrico con tutte le parti metalliche del motore stesso, e si presenta esternamente come un tappo, che va svitato e controllato. Nel caso in cui si navighi in acque più salate, l’usura è maggiore a causa della maggiore disponibilità di ioni sciolti in soluzione, per cui in tal caso il controllo deve essere più frequente rispetto ai casi opposti.
Ma allora anche le prese a mare si corrodono? e dov’è messo l’anodo sacrificale su quelle della mia barca non c’è traccia???