Ancoraggio, meglio l’acciaio o l’alluminio?

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Gettare l’ancora è sicuramente una di quelle fasi molto delicate di una manovra che coinvolge tutte le navi. Un tempo, quando i  porti e le marine non erano così attrezzate come ai giorni nostri, la maggior parte dei grandi yacht davano fondo nella rada, così da poter godere delle meraviglie del mare e dei golfi e della quiete delle cale.

Tuttavia da sempre si discute se è meglio avere a bordo un’ancora pesante od una leggera e su questo argomento vi sono dei pregiudizi ancestrali. I vecchi marinai considerano le ancore come qualcosa di inviolabile e più sono pesanti e meglio tengono, soprattutto quando i marosi ed il vento rinforzano.

Quelli delle mia generazione, a differenza , pensano che la tenuta di un buon ancoraggio non dipende tanto dalla massa del “ferro”, ma piuttosto dalla forma delle marre e dall’inclinazione e tenuta del calumo.

Infatti quasi tutti i test di tenuta, effettuati con ancore di acciaio ed alluminio, hanno dato dei risultati pressoché simili ed in alcuni casi le ancore “leggere” hanno reso meglio di quello pesanti. Nonostante ciò molti continuano a considerare fondamentale per la sicurezza una bella ancora pesante quasi a voler equiparare la forza della tenuta con il peso della barca.

Nella realtà va detto anche che nella linea di ancoraggio magari di 80 metri di catena, dove questa è la maggior parte del peso, risparmiare dieci chili per un’ancora in alluminio è del tutto indifferente per gli assetti dello scafo. Al contrario sulle piccole imbarcazioni o sui gommoni, dove la catena è solo qualche metro, sarebbe certamente consigliabile utilizzare l’ancora in alluminio, magari di dimensioni superiori, che a parità di peso potrebbe essere più utile di un ancorotto ad ombrello.

Personalmente consiglio l’ancora di alluminio come ancora di rispetto dato che il minor peso può avvantaggiare nelle operazioni di stivaggio nei gavoni, così da non squilibrare l’assetto della barca e la fatica di recuperarla da fondo quando serve.

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