Tutti i navigatori o marinai , sin dall’antichità, hanno potuto sperimentare le difficoltà che s’incontrano quando si deve ancorare la propria nave o imbarcazione.
La scelta del tipo di ancora ideale, per una sosta sicura, non è mai stata una cosa semplice, dato che la maggior parte delle volte non è conosciuto il tipo di fondale che c’è sotto la nostra chiglia.
Infatti, nonostante il vantaggio delle tecnologie e dei materiali di ultima generazione, rimane inalterato il lavoro che deve compiere una buona ancora. Il mare, da sempre, è rimasto lo stesso e per comprendere se l’ancora che abbiamo a bordo sia una buona tenitrice o meno, occorre considerare alcuni requisiti tecnici precisi quali: forma, peso, catena o cima,e lunghezza corretta del calumo.
Alcune ancore hanno funzioni adatte quasi solo per certi fondali o scopi, mentre altre sono utilizzabili quasi sempre. Le principali categorie moderne di ancore sono le seguenti: ancore a ceppo o Ammiragliato; ancore a vomere o ad aratro, tipo CQR; ancore a marre articolate o piatte; grappini, ancore ad ombrello. Ognuna di esse ha pregi e difetti, che di seguito, brevemente, andremo a valutare.
L’Ammiragliato è certamente la più antica e veniva usata su quasi tutte le navi e galeoni sino all’inizio del XX secolo. Questa è adatta per appigliarsi su fondali molto fitti di alghe, dato che una delle sue marre, strette e lunghe, farà sempre presa sul fondo. La sua tenuta è molto regolare, mentre ha il difetto di essere molto pesante ed ingombrante a causa del ceppo disposto perpendicolarmente alle marre. Oggigiorno non viene quasi più utilizzata sulle imbarcazioni da diporto.
La CQR, a differenza, è un’ottima ancora e molto affidabile. La forma a vomere e con fuso snodato, aumenta la penetrazione nel fondale lasciandola infossata qualsiasi sia la posizione che assumerà durante la calata. Funziona bene su quasi ogni tipo di fondo, tranne forse quelli molto fitti di vegetazione. La sua efficacia è data dalla forma, non dal peso, per cui è abbastanza maneggevole.
L’ancora Bruce è una variante della precedente. Non ha parti snodabili ma è molto leggera. La tenuta è soddisfacente ma inferiore alla CQR, il difetto è quello di essere rigida e di non facile stivaggio nei gavoni
Infine vi è l’ancora a marre articolate, dalla forma piatta molto leggera e di facile stivaggio. Ha una buona tenuta solo in presenza di fondali sabbiosi ed è consigliata per barche dal dislocamento medio/basso. Il difetto principale di questo sistema di tenuta, consiste nella difficoltà a mantenere la presa una volta che ara, dato che le marre tendono a chiudersi. La case più note che producono questo tipo di ancora sono : Danforth, Fob e Britany.
Sperando che questa breve carrellata sulle tipologie di ancore esistenti oggi, possa chiarire le diversità e le tipologie di utilizzo. Consiglio personalmente , di tenere a bordo sempre due ancore: una CQR fissa sul musone di prua ed una di rispetto tipo Danforth, per ogni altra occasione, con l’accortezza di legare sempre il terminale della cima o della catena ad una bitta, prima di gettarla in mare.