Le ancore non sono tutte uguali, e chi va per mare lo sa bene. Come scegliere, allora, l’ancora che fa al nostro caso? Chiaramente, ci sono diversi fattori da prendere in considerazione, in primis il tipo di fondale.
L’ancora sicuramente più famosa, che ha dato vita ad una lunga serie di modelli, è senza dubbio la Fortress, realizzata in magnesio anodizzato e alluminio, molto leggera e versatile. Un tipo di ancora, che, invece, definirei a “doppio taglio” è la Sarca, utile quando la barca è ferma, rischiosa se gira il vento e l’imbarcazione ruota.
Anche la Delta, in acciaio galvanizzato e manganese, è un modello abbastanza diffuso, grazie anche alla sua affidabilità. Possiede, infatti, un buon livello di tenuta sul fondale sia sabbioso che roccioso. Può essere utilizzata anche con le alghe, a patto che sia ben calata! Un’altra ancora piuttosto sicura e versatile è la Rocna, che grazie alla particolare forma concava delle 2 lame si adatta molto bene ad ogni tipo di fondale e agli spostamenti della barca.
La Spade, invece, ha un fuso molto arrotondato e sotto le lame, è dotata di una sezione che funge da stabilizzatrice, ma anche da zavorra. A differenza di tutte le ancore citate, ora di concezione concava, o convessa o piana, l’ancora Ultra è l’unica in grado di riassumere sulle singole superfici tutte le forme. La sua marra concava e l’unghia ricurva verso il basso, garantiscono, infatti, un’ottima tenuta sul fondale, anche in caso di cambio di marea o di giri di vento. Inoltre, si salpa con estrema facilità.
La gran parte del peso di questa ancora di ultima generazione è concentrato nella marra, interamente ripiena di piombo, mentre il braccio è vuoto nel suo interno. Tutte queste caratteristiche la rendono anche autoraddrizzante senza l’ausilio del roll-bar, che ne limiterebbe l’afforcamento. Per vedere come funziona l’ancora Ultra in mare, vi consiglio questo video: