Se l’ancora non galleggia, la barca va a fondo

Sfera galleggiante

La maggior parte dei velisti e dei marinai in genere non le considerano  strumenti utile da riporre nelle dotazioni di sicurezza, alcuni non sanno neanche cos’è ed a cosa serva, forse perché non hanno mai affrontato un mare in tempesta con venti sopra ai 50 nodi ed onde alte più di dieci metri, ma chi le burrasche le ha viste davvero sa bene quanto siano utili. Stiamo parlando della “ancora galleggiante” e delle “spere”

Il numero dei metodi per superare il mare in tempesta è aumentato da quando si possono reperire sul mercato questi tipi generatori di resistenza idrodinamica cioè attrezzi che  calati da prua o da poppa trattengono lo scafo da una delle estremità rallentandolo.

Se uno scafo con equipaggio ridotto ha la necessità di ridurre o rallentare la velocità della propria barca, vuoi a causa delle pessime condizione meteo marine, vuoi per l’esigenza di riposare senza perdere il governo ed il controllo causato dall’eccessivo scarroccio, deve necessariamente affidarsi a queste attrezzature.

Una volta con il termine ancora galleggiante si indicavano indifferentemente entrambe le categorie, oggi invece si devono distinguere, perché le due attrezzature hanno scopo ed utilizzi differenti. Infatti con la spera si continua a governare la corsa della barca a favore del mare e vento in tempesta, mentre con un’ ancora galleggiante la barca si muove solo con uno scarroccio contenuto.

Alcuni grandi navigatori hanno teorizzato diversi metodi per superare una tempesta mediante l’impiego di un’ancora galleggiante, mentre altri vivamente la sconsigliano preferendo usare solo le spere e continuare a governare la barca “frenata”. In realtà non ci sono soluzioni giuste o sbagliate ed il mio consiglio è sempre quello di tenere a bordo entrambi i sistemi di resistenza idrodinamica, dato  che non si mai quello che può capitare in barca durante una tempesta.

Quando si è in mare aperto con una piccola barca l’ancora galleggiante può essere paragonata all’ancora sotto costa infatti se ben dimensionata (il diametro del paracadute deve avere un diametro di almeno 1/3 della lunghezza) rispetto alla barca forma un freno idrodinamico molto forte consentendo allo scafo di rimanere con la prua al vento e al mare.

Le spere, invece, sono attrezzi filati di poppa per controllare la velocità e migliorare il governo e sono una vecchia tattica da cattivo tempo. Quelle che si trovano in commercio sono un’ alternativa a quelle che si possono improvvisare in coperta quando il maltempo ha già attraversato la nostra rotta.

Quando si dà la poppa, davanti ad una crescente tempesta, la velocità della barca, scivolando sul dorso delle onde, aumenta a dismisura e molte volte l’efficienza del timone nel superare le creste delle onde è ridotta o quasi nulla a causa del moto turbolento dell’acqua sulle creste. Quindi spesso la sola riduzione di velatura non basta e sorge l’esigenza di una spera di qualsiasi tipo che rallenti la corsa dello scafo tra i marosi.

Personalmente preferisco sempre usare le spere quando la situazione è veramente insostenibile da non permettere di poter stare in cappa con la prua al mare ed al vento su onde frangenti, dato che con il paracadute galleggiante il rischio di intraversarsi non viene annullato, mentre le spere ti permettono di navigare controllando la barca; è ovvio che se siete in situazioni in cui non avete più forze per poter restare al governo od avete avarie tali da non poter più gestire la rotta, allora è senz’altro meglio filare l’ancora galleggiante piuttosto che finire a scogli ed affondare.

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