EPIRB, come operare correttamente

In Italia ci sono poco più di 3500 barche che hanno a bordo l’EPIRB, un numero certamente esiguo rispetto a tutte le unità che navigano nelle nostre acque territoriali. Prevalentemente ciò è dovuto al fatto che solo pochi conoscono l’effettiva utilità di questo sistema di richiesta di soccorso, mentre anche chi lo possiede ce l’ha solo perché deve rispondere alla normativa per la navigazione oltre le 50 miglia dalla costa, ma  in effetti non conosce il suo corretto utilizzo ed i suoi vantaggi.

Un tempo la diffusione dell’EPIRB era legata al fatto che i costi d’acquisto erano molto elevati e superavano i mille euro per i modelli base e molti armatori, superficialmente, consideravano l’EPIRB superfluo per l’uso che loro intendevano fare della propria imbarcazione.

Vela, emergenze: scuffia – sopravento/2

scuffia

Della scuffia sottovento, e di quanto rappresenti un pericolo solo virtuale, abbiamo già detto. Esiste, tuttavia, anche il caso di scuffia – cioè il capovolgimento della barca che fa seguito nella maggior parte dei casi all’azione di una raffica di vento – sopravento, dove per sopravento si intende il lato dell’imbarcazione direttamente colpito dalla folata.

Nellla fattispecie, il metodo migliore per raddrizzare la barca è quello di portare lentamente la prua in direzione del vento stesso. Se si è almeno in due, il movimento ideale è quello secondo cui, mentre il primo spinge la prua nella direzione giusta, il secondo agisce sulla poppa. Il procedimento appena indicato consente di evitare una nuova scuffia nel momento in cui, con lo scafo che si raddrizza e il boma spostato conseguentemente al lato sottovento, avviene il passaggio dellla randa.

Vela, emergenze: scuffia – sottovento/1

scuffia

Capita di incorrere in problematiche di questo tipo soprattutto nel corso delle prime uscite in barca a vela, quando l’esperienza è ancora un obiettivo da andare a conquistare un giorno dopo l’altro. Le emergenze delle prime volte, quelle in cui la barca sembra a tratti senza controllo e difficile da gestire: nella maggior parte dei casi- e lo si capisce proprio con il tempo – tutto si risolve in un grande spavento ma poco pericolo.

Come si affrontano questi momenti? Presto detto. Partiamo dalla scuffia. Ovvero, il capovolgimento dell’imbarcazione in seguito (quasi sempre) all’azione di una raffica di vento su una randa troppo tesata o a un errore di manovra (per esempio, la strambata) in condizioni di vento fresco oppure ancora a onde molto alte che colpiscono le murateal traverso.