Baia Blu d’Oriente, il porto italo-cinese

E’ grandissimo e lussuoso, persino amico dell’ambiente. Sto parlando di Baia Blu d’Oriente, il porto che i cinesi, di concerto con diverse imprese italiane, vogliono realizzare alla foce dello Yangtze, a 220 chilometri da Shangai.

Porto turistico, quanto ci manchi in Italia!

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L’Italia è certamente la nazione europea tra quelle che hanno un notevole sviluppo costiero, grazie alla naturale conformazione geografica di tipo  peninsulare, che ha il minor numero di porti turistici in rapporto all’estensione del proprio litorale. I numeri parlano chiaro: meno di 300 in Italia contro i quasi 250 della sola costa Mediterranea francese, senza contare Grecia e Croazia il cui raffronto sarebbe senza dubbio impietoso. Se poi si confrontano le strutture ed i servizi in rapporto ai prezzi medi di sosta, lo svantaggio rispetto ai concorrenti diretti sale in maniera esponenziale.

Grazie alla mia attività professionale, di perito nautico e skipper, ho navigato parecchio in Mediterraneo, in Atlantico e nelle isole carabiche, effettuando altresì numerosi giri d’Italia, sia su barche a vela che a motore. Credo perciò di avere un’ottima conoscenza di porti e marine italici avendoli visitati, più o meno, quasi  tutti ed elaborando così una mia personale statistica, sui vantaggi e svantaggi che si possono incontrare attraccando sulle banchine del suolo natio.