Navigare in solitario – parte seconda

Navigatori Solitari

Molti amano navigare in solitario altri vi sono costretti per necessità, alcuni al contrario cercano proprio la sfida attraversando gli oceani con i mezzi più disparati e senza l’aiuto di equipaggi.

C’è chi ha attraversato l’Atlantico su di un catamarano a vela di sei metri, chi a remi sopra una barca particolare remando per oltre sei mesi e chi ancora su piccole barche dalle fogge più disparate.

Navigare in solitario – parte prima

Navigare in Solitario

Per chi va per mare in generale la propria barca è come una piccola isola dove vivere e trascorrere alcuni periodi, per i navigatori solitati diviene il loro micromondo in cui tutto è lì, confinato all’interno del perimetro delimitato dalle battagliole e draglie.

La barca di un navigatore solitario giramondo la riconosci immediatamente dal fatto che sulla tuga c’è di tutto: bicicletta, taniche, pannelli solari, generatori eolici, ecc. fanno da contorno agli effetti personali che vengono stesi all’aria durane le soste nei porti.

Timone a vento, per chi vuole navigare molto

Timone a vento 2

 

Sulle barche degli anni settanta/ottanta si vedevano spesso, anche su piccoli cabinati, i piloti automatici comandati dal vento, il cosiddetto timone a vento. Oggi con i dispositivi elettronici e l’uso del GPS, i piloti automatici fungono anche da pilota a vento grazie al fatto che un trasduttore sul pilota automatico è capace di mantenere la rotta in base al variare della direzione del vento.

I piloti elettrici, detti piloti automatici o autopiloti, hanno il vantaggio di funzionare anche in assenza di vento, ma consumano elettricità e quindi per lunghe traversate non sono consigliati almeno che non si voglia accendere il motore o il generatore.