Barca a vela usata: Sly 42


Lo Sly 42 è una barca a vela usata che viene messa in vendita dai cantieri italiani della Sly Yachts, una società che produce e fornisce delle splendide barche a vela d’altura e non. Questo modello di barca a vela è lunga 12, 80 metri ed ha un baglio massimo di 3,80 metri.

Il flusso d’aria: avanzamento della barca a vela

Come funziona una vela e secondo quali principi si genera la sua forza propulsiva? Si è detto che il funzionamento della vela è molto simile a quello dell’ala dell’aeroplano. La vela, correttamente regolata, devia un flusso d’aria. Questo flusso d’aria sarà allora diviso in due: una parte che scorre sopravvento alla vela (il lato concavo), e una parte che scorre sottovento alla vela (il lato convesso).

Forza propulsiva, scarroccio e sbandamento

Come funziona una vela e quali sono i principi che generano la sua propulsione? Per iniziare bisogna ricordare tre nozioni teoriche essenziali: forza di propulsione, scarroccio e sbandamento. La barca a vela si muove grazie al vento che scorre lungo la superficie curva delle vele, in modo molto simile ad un aereo, che è sostenuto dalla portanza generata dalle ali.

49er: caratteristiche di una razza olimpica

Sembra che il 49er sia nato durante una serata etilica in cui, ad un tavolo di velisti, il progettista australiano Julian Bethwaite prese un tovagliolo di carta e disegnò sopra lo schizzo di quella che sarebbe stata poi una barca da Olimpiadi. 

Raffica e vento apparente

In barca a vela bisogna tenere conto di tre tipi di vento: il vento reale, il vento di velocità e il vento apparente. Quando si parla di “raffica” si intende un aumento temporaneo del vento reale che, ovviamente, ha un suo effetto sull’imbarcazione e sulla regolazione delle vele

BarcaStop: la guida per girare il mondo gratis

Come si fa a navigare intorno al mondo in luoghi meravigliosi senza avere una barca di proprietà, senza noleggiarla e spendendo pochissimo? La risposta è una sola: fare barcastop! L’esperienza equivale a quella dell’autostoppista: solo che, al posto di un passaggio in macchina, si ha come mezzo una barca, sia a vela che a motore.

Le andature: fare avanzare la barca a vela

Con il termine “andatura” s’intende il modo di procedere di una imbarcazione a vela in relazione all’angolo che il vento (quello apparente, cioè quello avvertito a bordo) forma con la linea della chiglia.

Coppa America: breve storia dal 1851 al 1983

La Coppa America è il più famoso e antico trofeo nello sport della vela. Tale nome è dovuto alla goletta statunitense “America”, rappresentante lo storico New York Yacht Club, che nel 1851 attraversò l’oceano Atlantico per andare a regatare contro le barche britanniche del Royal Yacht Squadron

La planata: un divertimento per tutti

Chi ha mai detto che solo le barche a motore possono planare? Una delle esperienze più entusiasmanti per chi pratica la vela (dalla deriva al windsurf) è proprio scivolare sull’acqua in planata.

Laser 4000: il giusto passaggio dalla deriva allo skiff

 Il Laser 4000 è un ottimo compromesso tra la classica deriva sportiva e gli skiff di livello maggiore come il 49er o il 18 piedi australiano. Ovviamente bisogna fare un tale passaggio pensando anche di avere una certa dimestichezza con la deriva in generale; altrimenti il divertimento tarda ad arrivare e si rischia di rovinare l’attrezzatura della barca inutilmente (conseguenza: una grossa spesa).

Lo Skiff: velocità e adrenalina

Tre cose caratterizzano lo Skiff differenziandolo da una qualunque altra deriva sportiva: la straordinaria velocità, la spettacolarità delle sfide e le eccezionali prestazioni. Tutto ciò è dovuto ad un design e a delle tecnologie innovative: dall’utilizzo di materiali hi-tech che hanno ridotto il peso dello scafo, all’aumento della superficie velica e dell’effetto raddrizzante dell’equipaggio grazie alle terrazze e ai trapezi.

Barca a vela usata, cabinato in legno lamellare


Curiosando in internet, ho scovato un piccolo cabinato lungo poco meno di 8 metri costruito tutto in legno massello da un maestro d’ascia dei cantieri Crosato, nel 1985. Mi ha colpito per la cura artigianale che, spesso, non compare fra i lavoratori posti in catena di montaggio nei cantieri navali più grandi.