Molto spesso mi capita di vedere barche nei porti che sono prive di anima. E’ il semplice risultato dello sforzo dei progettisti di seguire nuove linee progettuali, dimenticandosi molte volte dei canoni classici e delle regole di progettazione nautica.
Se poi chi disegna le barche è un designer che viene dal mondo delle auto beh allora è comprensibile che non sempre il risultato sia all’altezza delle aspettative.
Nel nuovo G53 Primatist, dei cantieri di Bruno Abbate, le linee sono caratterizzate da uno slancio di prua molto affusolato, mentre le sezioni poppiere si presentano massicce e quasi tozze. Il pozzetto aperto di questo 16 metri è racchiuso sui due lati dall’imponente tuga in vetroresina che dà l’idea più di una cabina di un TIR, che di un abitacolo di uno sport coupé di derivazione automobilistica.
Il parabrezza avvolgente si unisce alla tuga per mezzo di due longheroni portanti che sostengono il tettuccio con apertura elettrica. La zona esterna della poppa è caratterizzata dal grande garage porta tender sopra il quale è posto un comodo prendisole.
All’interno la dinette è separata dall’esterno da due porte scorrevoli così da garantire una buona privacy anche durante le giornate invernali. Il posto di pilotaggio situato centralmente offre un’ottima visibilità sull’orizzonte anche durante le giornate con mare molto mosso.
Sottocoperta trovano posto tre cabine doppie di cui quella armatoriale può vantare dimensioni davvero notevoli, con bagno privato da far invida a quello di molti appartamenti. Poco interessante la seconda cabina ospiti ricavata in un angolo della dinette e dotata di letti a castello e separè.
La carena a V profonda è realizzata in vetroresina stratificata piena con tessuti bi e tri assiali, mentre la tuga e le sovrastrutture sono stampate con la tecnica del sandwich ed anima di balsa.
Alla prova la barca denota una buona tenuta di mare anche se l’impatto sull’onda risulta essere un po’ brusco e talvolta duro. Le variazioni di assetto non compromettono la tenuta di rotta anche in presenza di onde e vento al traverso. Nelle virate strette vi è una leggera tendenza a chiudere la circonferenza sempre prima del tempo. La velocità di punta con due motori Volvo Penta IPS 900 da 700 hp, cadauno, è vicino ai 34 nodi , mentre quella di crociera si attesta sui 24.
In sostanza una barca discretamente rifinita e ben costruita anche se le linee lasciano un po’ a desiderare in considerazione del fatto che vi è la mano di uno studio molto prestigioso in tema di design. Per il resto credo che questa barca sia adatta ad una clientela che desidera un mezzo robusto veloce e molto comodo, grazie anche alla fantastica trasmissione IPS con joy-stick che rende ogni ormeggio un gioco da “ragazzi” .