Rotowind, navigare ad osteriggi spiegati

rotowindIl naturale ricircolo dell’aria sottocoperta è un aspetto importante durante la navigazione. Per quel micromondo che è la barca, vuol dire avere aria fresca e quindi una minore tendenza all’umidità, alla permanenza di aria viziata, e più largamente alla regolazione dei flussi di aria in entrata o in uscita che sono fortemente dipendenti dalla direzione del vento.

Per ovviare a questa dipendenza, ci ha pensato una società francese chiamata Innov’vent: è lei ad aver inventato Rotowind,  osteriggio girevole e quindi regolabile a seconda della direzione del vento. Ciò permette una regolazione del flusso di aria che entra ed esce dalla barca, e se questo potrà sembrarvi a primo acchito solo un accessorio, pensate a quanti sono i casi in cui il ricambio d’aria risulta essere importante. Ad esempio, nel caso di fumi di cottura in cambusa, agevolerebbe tanto se si è impertinenti ad optare per il fritto misto.

Andatura di bolina, ricercate quella ideale

Barche di bolina

Tutti i velisti, più o meno esperti, hanno sentito parlare in barca della bolina, quell’andatura che serve ad una barca per risalire il vento. In realtà esistono varie tipologie di andatura di bolina. Si parte dalla bolina larga e via via, orzando sempre di più, si passa dalla bolina piena a quella stretta. Al di là si entra nell’angolo morto nel quale non è possibile avanzare a vela se non effettuando una virata.

Qui di seguito parlerò di alcuni esempi di come è possibile ottenere quelle che gli skipper definiscono la “miglior bolina”, concernente l’andatura che una barca deve seguire se è costretta a bordeggiare per raggiungere un punto situato nel settore del vento. La bolina non è certo confortevole per chi sta in barca, dato che si deve vivere, magari anche per parecchi giorni, con uno sbandamento della barca di 15/20 gradi minimo. Questo tipo d’assetto non facilità la vita di bordo rendendo faticosa qualsiasi operazione compresa quella apparentemente più semplice: dormire.

Fjord 40 Open, per ora meglio il Salmone

Fiord 40 open
Non sempre le belle barche sono apprezzate da tutti, così come le barche che ricevono encomi o premi devono essere necessariamente innovative. È il caso del Fjord 40 Open premiato al Salone di Düsseldorf,  con l’European Powerboat of the year prevalendo su altre 90 concorrenti in lizza per lo stesso riconoscimento.

La barca, frutto del progetto del cantiere olandese del gruppo Hanse, si presenta con linee acqua estremizzate e volutamente squadrate, con angoli retti visibili sia sul dritto di prua che sullo specchio di poppa. Il design riprende lo stile già introdotto qualche anno fa dal cantiere monegasco Wally che, con il suo 47 piedi, è stato il precursore di questa nova moda dei cosiddetti war-boats.

Konigin II, la “Fiamma Nera” che fu di Mussolini

konigin-IIUna storia interessante quella della Konigin II, una yawl tipica olandese varata dai cantieri tedeschi Abeking & Rasmussen nel 1912 che si distinguevano per le loro realizzazioni eleganti e lussuose.

Konigin II deve la sua notorietà non tanto alle sue qualità stilistiche o nautiche, ma a Benito Mussolini che la usava per i suoi incontri con Claretta Petacci, dopo essere stata ribattezzata “Fiamma Nera” dal suo proprietario – il gerarca fascista Alessandro Parisi Nobile – certamente in tema con le idee monocromatiche del dittatore.

Coppa America, sarà una sfida a “volo” d’ala

BOR ala

Dopo l’ennesima sentenza della corte di giustizia di New York ed il conseguente colpo di scena con il quale si nega, al team Alinghi, la possibilità di scegliere come campo di regata il mare degli  Emirati Arabi Uniti, poiché sia il luogo che il periodo sono in contrasto con quanto stabilito dal Deed of Gift, finalmente sembra che la 33° edizione della America’s Cup si disputerà nelle acque di Valencia.

Vicende giudiziarie a parte, forse non tutti sanno che questi  nuovi trimarani hanno delle soluzioni talmente esasperate ed avveniristiche da renderli più simili a degli arerei che a delle barche vere e proprie.

Bussola, come non perderla in mare.

Bussola
Sin dalla sua invenzione, che alcuni storici attribuiscono ai cinesi, la bussola magnetica ha rappresentato uno strumento indispensabile per la navigazione e l’orientamento sia sulla terra ferma, che in mare. Il nome deriva dalla scatola – Buxula appunto – nella quale gli antichi ponevano l’ago  che indicava l’orientamento del meridiano magnetico.

Oggi, con l’avvento dei sistemi satellitari, moltissimi “navigatori” si sono dimenticati  a  cosa serva la bussola e quali siano i principi che regolano il suo funzionamento, quasi a voler ignorare l’esistenza del fenomeno fisico del magnetismo terreste.

Trofeo Jules Verne, Groupama 3 si ritira

Avaria a Groupama 3

Dopo solo undici giorni dalla partenza, mentre il trimarano francese si trovava a circa 1600 miglia dal way point di Cape Town, è arrivata la notizia inaspettata: la rottura di un braccio di sostegno dello scafo sinistro costringe Franck Cammas e il suo equipaggio alla rinuncia del tentativo di battere il record di circumnavigazione del globo del trofeo Jules Verne.

Solo poche ore prima tutto sembrava andare per il meglio, la tabella di marcia era in perfetto sincrono con quella pianificata a tavolino e la barca francese letteralmente volava sull’acqua a medie impressionanti prossime ai 35 nodi sulle 24 ore. Nulla poteva far presagire il peggio, ma  si sa, questi scafi sono studiati per essere portati al limite ed il limite non può essere conosciuto, a priori, da nessuno.

Vhf a bordo, non è un giocattolo

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In tanti anni di navigazione mi è capitato di ascoltare ogni genere di conversazione sulle frequenze del mio Vhf, in tutte le lingue e dialetti del mondo. Se poi si veleggia nelle acque territoriali del “bel paese”  allora è meglio spegnerlo, visto che le conversazioni sono talmente fitte da non riuscire, talvolta, a distinguere quelle che ci interessano.

Molti forse non sanno che il Vhf (Very high frequency) non è stato inventato come strumento di conversazione, ma come apparecchio ricetrasmittente di comunicazione e soccorso,  per mezzo di onde radio ad alta frequenza.

Un tender chiamato desiderio

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Ogni timoniere segue la propria rotta, come ogni pram segue la propria barca. Parafrasando questo antico detto si potrebbe dire che il battellino di servizio, oggi comunemente chiamato tender, deve sempre essere d’ausilio alla barca principale e pronto all’uso in ogni momento.

Ogni armatore vuole cose diverse dal proprio tender. C’è chi lo usa quasi esclusivamente per scendere a terra , chi invece preferisce utilizzarlo per andare a pesca o fare delle brevi gite lungo costa. Senza addentrarci nel mondo dei super tender, di cui ho già parlato in un precedente post, vorrei analizzare le varie offerte del mercato per fornire dei consigli utili agli armatori, al fine di trovare il tender giusto.

Tecniche per costruire i Megayacht

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Molti mi chiedono come sia possibile costruire una barca con scafo di oltre cento piedi in vetroresina o in materiale composito in un pezzo unico. La risposta è semplice: tecnologia raggiunta in materia di stampi e nuovi materiali.

Per poter realizzare i megayacht, senza particolari problemi, esistono fondamentalmente due tecniche: quella basata sullo stampo tradizionale e quella che sfrutta materiali all’avanguardia

Atlantis 40, sportcruiser da vivere all’aperto

Atlantis-40Atlantis 40 è uno sportcruiser dei cantieri della divisione Atlantis di Azimut Benetti S.p.A. che offre soluzioni per vivere il mare all’aria aperta. Le soluzioni adottate, infatti, spingono in tal senso presentando interni comodi ma soprattutto funzionali, e ampi spazi nel flydeck e nel ponte inferiore per godersi splendide giornate di sole e di puro relax.

Generatori di corrente, l’importante è consumare

Onan 9 kw

Oramai sulle barche, come nelle proprie abitazioni, sono presenti tutti gli accessori, o meglio elettrodomestici di uso più comune – condizionatore, lavastoviglie, forno a microonde, lavatrice, televisore, congelatore, frigo, impianto stereo – quasi a voler riprodurre la sensazione di non poter abbandonare mai la propria dimora, neanche in crociera.

Personalmente, non essendo un super purista della vela, non disdegno la presenza di tali confort a bordo, anche se posso navigare benissimo privandomene. Certo se dovessi scegliere di vivere per lunghi periodi in giro per oceani, credo che anch’io farei installare sulla mia barca qualche gadget di quelli nominati in precedenza.

Azimut 100 Leonardo, un loft sul mare

azimut-100-leonardoNonostante il termine “loft” sia indicato per una tipologia abitativa derivata direttamente da spazi industriali abbandonati e poi trasformati in abitazione, la radice etimologica è quella di “spazio”, “aria”.

E ci sta tutto per questo Azimut Leonardo 100, uno yacht appartenente al mondo dei flybridge, un “ponte volante” di trenta metri, capolavoro di estetica, razionalità e soluzioni studiate appositamente per rendere al meglio il soggiorno e gli spostamenti di armatore e amici, senza lesinare alcun comfort.

Benaco 909, lo stile è tutto

Benaco 909

Tendenzialmente, sono sempre scettico quando vedo i progetti delle barche a motore di nuova concezione, soprattutto per l’esasperazione che i designer ed i progettisti cercano di portare negli schemi e nella ricerca di nuove soluzioni stilistiche. Talvolta però, ci sono barche disegnate veramente bene, come il Benaco 909 del cantiere austriaco Frauscher, che mi sorprendono favorevolmente sia per stile che per rifiniture decisamente di pregio.

Non si tratta del solito “plasticone” squadrato e senz’anima, ma di un vero runabout tecnologico, capace di fornire prestazioni esaltanti ed una gestione complessivamente facile dell’imbarcazione.