Striker 101, molto più di un mega yacht

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Molte volte parlando di barche da diporto con gli amici, mi viene chiesto il prezzo di un mega yacht da 50/60 metri. La risposta  è difficile se non impossibile, dato che la maggior parte delle volte una valutazione commerciale sarebbe quanto meno inutile se non superflua, visto che i pochi fortunati proprietari armatori non hanno certo problemi di budget ristretti.

Inoltre, il gusto è il prestigio di possedere una mega yacht, alle volte è solo la dimostrazione di un potere personale od il raggiungimento di uno status sociale che altrimenti non potrebbe essere espresso. Un mega panfilo è molto più di una barca: è lo specchio di se stessi. 

Timone a vento, per chi vuole navigare molto

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Sulle barche degli anni settanta/ottanta si vedevano spesso, anche su piccoli cabinati, i piloti automatici comandati dal vento, il cosiddetto timone a vento. Oggi con i dispositivi elettronici e l’uso del GPS, i piloti automatici fungono anche da pilota a vento grazie al fatto che un trasduttore sul pilota automatico è capace di mantenere la rotta in base al variare della direzione del vento.

I piloti elettrici, detti piloti automatici o autopiloti, hanno il vantaggio di funzionare anche in assenza di vento, ma consumano elettricità e quindi per lunghe traversate non sono consigliati almeno che non si voglia accendere il motore o il generatore.

Swan 90, la purezza del sogno

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Ci sono barche che restano forse per sempre nei sogni di ogni velista e tra queste, per me, c’è sicuramente il nuovo sloop della Nautor: lo Swan 90. L’ultimo nato della casa finnica è una barca bellissima dalle linee inconfondibili ed uniche.

Un’autentica Ferrari del mare velocissima e curata in ogni particolare, così da rispondere alle nuove richieste di mercato degli armatori dei maxi yacht che ricercano confort per la crociera e prestazioni e tecnologia per le regate.

Ormeggiare in bancina, con il mollone si evitano “rotture”

Molle da ormeggio
Molte volte è più rischioso ormeggiare la barca nel nostro posto della marina che affrontare una burrasca in mare aperto. Le statistiche parlano chiaro: oltre il 60% degli incidenti alle barche avviene nell’ambito dell’area portuale, sia in fase di attracco e disattracco che durante la sosta “incustodita” del nostro scafo.

Se nel primo caso, solo l’abilità e l’esperienza del timoniere può scongiurare incidenti o guai vari, nel secondo caso una buona tecnica per ormeggiare in banchina è fondamentale. Molti sono convinti che più cime si utilizzano, per serrare la barca alle bitte, meglio  è . In realtà bastano poche regole ed utilizzare solo le cime necessarie, per garantire un sosta sicura anche se dovesse aumentare la risacca e rinforzare il vento all’interno dello specchio d’acqua del porto.

Randa rollabile, meglio quella nel boma

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Molti velisti non la considerano una vera e propria vela, vista la forma poco performante e la mancanza di stecche rigide, altri non ne possono fare a meno dato che navigano sempre con equipaggio ridotto o con amici e parenti poco avezzi alle manovre.

Mi riferisco alla randa rollabile, che da qualche decennio spopola sulle barche di molti armatori. Questo accessorio è stato oggetto nel tempo di una continua evoluzione tecnica, tanto che oggi su barche di prestigio vengono installate rande avvolgibili.

Amerigo Vespucci, la nave scuola dell’eccellenza

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A vederla navigare impressiona per le sue dimensioni e per la bellezza delle sue vele, ma nella realtà l’Amerigo Vespucci, la nave scuola della Marina Militare Italiana, è qualcosa di più di un veliero storico: è la scuola dell’eccellenza.

Nei decenni la Marina Militare Italiana ha sempre avuto un ruolo di primo piano nel sistema difensivo della nostra penisola, non fosse altro perché siamo per due terzi circondati dal mare.

Contest 60 CS, “l’olandese Volante”

Contest 60 CS
Molte barche possono vantare doti di stabilità e prestazioni velocistiche, solo poche invece, riescono a garantire: confort, vivibilità a bordo e capacità di poter macinare miglia su miglia in tutta tranquillità.

Il progetto di questo Contest 60 CS , del cantiere olandese più conosciuto nel mondo velico, è stato affidato al progettista Georg Nissen già noto per aver disegnato altri modelli della Contest. La filosofia di base del progettista è quella di mantenere inalterate le prerogative ed i concetti che sono alla base del modus operandi del cantiere.

Eric Tabarlay, il navigatore più grande

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Quando a metà degli anni sessanta del secolo scorso, lo sport della vela iniziò ad essere seguito dal grande pubblico grazie alle imprese di navigatori solitari, Eric Tabarlay s’impose all’attenzione dei media per le sue vittorie in regate importanti.

Il suo primo successo risale al 1964, quando al timone del Pen Duick II vinse la seconda edizione della Ostar, regata transatlantica in solitario.

Comuffo, il cantiere più vecchio del mondo

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Esistono ancora barche costruite in legno secondo la tradizione dei maestri d’ascia di un tempo. Il cantiere Camuffo da oltre 500 anni mantiene viva questa tradizione, annoverando centina di scafi usciti dai suoi capannoni di Mestre.

Realizzare motoscafi o yacht con ordinate e madieri in legno massello è ancora oggi un’impresa di altri tempi, dove l’opera del maestro rimane ineguagliabile ed unica nel suo genere. Il fascino di una barca in legno è lo stesso di possedere una vera e propria opera d’arte, dato che ogni barca viene disegnata e realizzata su “misura” secondo le esigenze del futuro proprietario. 

Romantic Life 44, il gusto delle cose belle

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Quando vedo le barche contemporanee non sempre rimango entusiasta del disegno e delle tecniche costruttive. I progettisti attuali cercano sempre di proporre qualcosa di nuovo come se le barche fossero un bene di consumo di massa. E’ comprensibile che si tenda ad innovare ma a parer mio il troppo storpia.

A furia di rincorrere il design puro, molti cantieri, hanno perso di vista i principi basilari di progettazione di una barca, realizzando quella omologazione stilistica che non differenzia o quasi i prodotti tra i vari cantieri . Inoltre applicando principi di costruzione di massa, alla stregua di una catene di montaggio e col solo scopo di risparmiare sui costi vengono prodotte barche anonime e molto poco marine.

Passerella in barca, dove metterla?

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Quando si attracca in un porto o al pontile di una marina la maggior parte delle volte per poter sbarcare si è costretti a fare delle vere e proprie gare di salto in lungo, con tutti i rischi e le conseguenze in caso di errore nel sottostimare l’esatta distanza del “jamp”.

Molti armatori dotano le loro barche di comode passerelle, mentre altri proprio non ne vogliono sapere di utilizzare questo accessorio, perché a loro dire lo strumento è assai ingombrante e scomodo da stivare in navigazione.

Yacht con bandiera estera, quando dichiararli in Unico?

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Mi preme chiarire alcuni problemi pratici sorti dopo la risoluzione dell’Agenzia dell’Entrate n° 172 del 3 luglio 2009, nella quale si affermava che gli Yacht acquistati e detenuti all’estero devono essere dichiarati nel modello Unico al quadro RW, in quanto investimenti che potrebbero produrre redditi suscettibili di tassazione in Italia.

Dalla risoluzione parrebbe che tutte le barche battenti bandiera comunitaria o iscritte nei registri esteri, devono essere soggette al così detto  monitoraggio fiscali di cui al quadro RW. Nella citata risoluzione si precisa inoltre che la compilazione del quadro RW è obbligatoria per tutte le attività od investimenti esteri in grado di produrre redditi imponibili nel nostro paese.

Dash 750, un trimarano carrellabile da Corsair

Per chi ama i multiscafi, sono tempi interessanti. America’s Cup a parte, le novità negli ultimi anni sono state sempre a favorire l’incremento di questa tipologia di imbarcazioni – che privilegia la stabilità, la superficie sopracoperta e le prestazioni.

Dalla California, il paese delle arance, dei bikini e di un sacco di altre cose belle, Corsair Marine propone un trimarano carrellabile da 7 metri e cinquanta niente male. Sviluppato sulla base del suo predecessore, il Corsair 24 MKII, ne mantiene inalterate alcune caratteristiche come il sistema di piegatura degli scafi laterali, la realizzazione dello scafo in sandwich di pvc e carbonio e kevlar, mentre le prestazioni sono migliorate, attestandosi la velocità testata dalla rivista Cruising World Magazine sui 14 nodi, con vento variabile tra 12-14 nodi.

Viking 54 C, come pescare dal salotto di casa.

viking 54 C

La Viking Yacht Company da molti anni è specializzata nella realizzazione di Fisherman, cioè quelle barche costruite soprattutto per gli amanti della pesca d’altura.

Sarà perché dalle parti di Atlantic City il connubio pesca/sport è una realtà da sempre, visto anche la posizione privilegiata della capitale del gioco d’azzardo della est coast, o forse perchè chi esce in mare da quelle parti deve poter contare su scafi solidi e molto marini.