First 35, arriva la “furia” del mare

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Il nuovo First 35 è frutto dell’opera dello studio Farr design che ha già progettato la sorella maggiore della serie il 40 piedi. Le linee d’acqua si distinguono per le sezioni prodiere molto sottili così da garantire un morbido e deciso ingesso sull’onda.

La poppa è larga è svasata per poter compensare i volumi immersi in fase di sbandamento. La tuga è molto bassa e filante sulla quale spiccano le inconfondibili finestrtature rettangolari vero must dello scafo. Certamente un progetto molto adatto alla velocità in ogni condizione di navigazione tanto che la chiglia è dotata di un bulbo a T rovesciata così da abbassare il baricentro sotto la lama di deriva.

Pericoli in barca, il boma

Boma

 Dopo il primo post che parlava di pericoli in barca oggi parliamo di quello che può accadere se si viene colpiti dal boma. Questo particolare importantissimo della barca può causare gravi lesioni se il malcapitato viene colpito dal boma.

Durante certe andature il boma si pone in modo molto pericoloso e quando ci sono manovre o strambate è possibile che il boma possa passare da una mura all’altra molto velocemente così da causare un pericolo se ci si trova nella sua traettoria.

Pericoli in barca, il tambuccio.

Tambuccio

La barca e la vela in generale sono degli sport bellissimi, sia da praticare che da vivere anche solo come un’esperienza in una splendida crociera. Anche se i rischi di andare in barca non sono collegati necessariamente con la pratica della vela, tuttavia vi sono dei pericolo oggettivi che non possono essere sottovalutati.

Per andate sottocoperta si deve passare necessariamente attraverso il tambuccio e questo eklemento molte volte può diventare un pericolo dato che vi sono delle componenti che possono causare delle ferite anche gravi. In particolare i tambucci moderni in materiale di policarbonato hanno delle chiusure con un perno che spunta e si unisce con la ghigliottina.

Winch, revisione e collaudo – parte terza –

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In questa terza parte del post dedicato a questa nuova tecnica di revisione e collaudo dei winch, parleremo della possibilità di valutare le condizioni dei vari componenti attraverso un’attente analisi mediante il microscopio stereoscopico.

Dopo avere terminato la fase dei cicli di lavaggio ogni componente è stato sottoposto al controllo analitico mediante un microscopio stereoscopico per metallografie – modello Leica –  ad 80 ingrandimenti, con un potere di risoluzione pari a circa 100/150 micron.

Vela, emergenze: scuffia – sottovento/1

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Capita di incorrere in problematiche di questo tipo soprattutto nel corso delle prime uscite in barca a vela, quando l’esperienza è ancora un obiettivo da andare a conquistare un giorno dopo l’altro. Le emergenze delle prime volte, quelle in cui la barca sembra a tratti senza controllo e difficile da gestire: nella maggior parte dei casi- e lo si capisce proprio con il tempo – tutto si risolve in un grande spavento ma poco pericolo.

Come si affrontano questi momenti? Presto detto. Partiamo dalla scuffia. Ovvero, il capovolgimento dell’imbarcazione in seguito (quasi sempre) all’azione di una raffica di vento su una randa troppo tesata o a un errore di manovra (per esempio, la strambata) in condizioni di vento fresco oppure ancora a onde molto alte che colpiscono le murateal traverso.

Cigale 16, la “magia” di Alubat

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Di barche nel mondo ce ne sono tante, ma quelle costruite in alluminio sono abbastanza rare forse a causa del costo elevato del prezioso metallo. Leggerezza, capacità di resistere alla corrosione e buona robustezza, rendono l’alluminio un ottimo materiale per poter realizzare scafi di prestigio.

Per questi motivi le barche dei giramondo dei mari sono quasi sempre realizzate in questo modo, così da annullare ogni costo di manutenzione e rendere le riparazioni minime. Il cantiere Alubat, specializzato nella realizzazione di scafi d’altura, presenta il nuovo Cigale 16 successore del precedente modello che ha avuto un ottimo successo di vendità.

Dufour 365, il Grand Large di medio raggio.

Dufour 365 GL

Continuiamo la presentazione dei modelli della serie Grand Large, prodotti dal cantiere francese Dufour. Questo 11 metri, dalle forme eleganti, è dotato di una carena dagli ampi volumi e dal carattere sportivo. 

La firma del progetto è da sempre  affidata al duo di progettisti Roseo e Felci, i quali su questo modello hanno saputo ottenere dei risultati notevoli dove l’obbiettivo primario è l’ergonomia. Lo si vede nelle dimensioni del pozzetto di oltre due metri, così come nei passavanti lunghi ed ampi su tutta la superficie di sviluppo, grazie anche alle lande a filo della tuga.

X-35 One Design, il monotipo da regata.

X-35 yacht

Uno scafo destinato prevalentemente alla regata, senza però necessariamente forzare le linee di carena per ottimizzare la barca seguendo i regolamenti di classe. Fedele alla sua tradizione questo X-35One Design porta la firma di Niels Jeppesen.

Il progettista ha disegnato una carena pulita, ottimamente bilanciata ed in grado di poter offrire prestazioni di tutto rispetto con qualsiasi tipo di vento e mare. Nell’insieme la barca è molto elegante e bella da vedere.

Jessica Watson torna in Australia: Giro del Mondo a vela “più giovane” della storia

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Eroina oppure ennesima vittima di uno show business sempre a caccia dell’impresa più stravagante senza guardare in faccia a nessuno (magari con l’aiuto di genitori compiacenti alla ricerca di facile fama), Jessica Watson si accinge a divenire la più giovane skipper di sempre in grado di compiere il giro del mondo a vela in solitario non assistita.

Nata il 18 maggio 1993, Jessica è salpata lo scorso 18 ottobre dal porto di Sidney con il preciso intento di rivedere la sua amata Australia solo dopo aver compiuto, come un moderno Magellano in gonnella, un periplo completo del Globo terrestre.

VOR 70, anche i Kiwi lanciano la sfida.

Grant Dalton

Nelle ultime ore si stanno definendo le iscrizioni per la prossima sfida oceanica legata alla Volvo Ocean Race. Infatti dopo l’annuncio del ritorno del team Puma dello skipper Read, di cui abbiamo parlato in un recente post, è di oggi la notizia che un altro “mostro sacro” della vela si appresta a lanciare il guanto di sfida agli avversari.

Il nome è quello di Grant Dalton, numero uno della vela made in New Zeland, al pari del connazionale Russell Coutts.

Dufour 325, il piccolo per il “Grand Large”

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Il più piccolo della gamma Grand Large è stato studiato per fornire ottime doti di navigabilità e buoni spazi sottocoperta anche in soli 10 metri. Sotto l’attenta supervisione del celebre duo Felci&Roseo lo scafo risulta molto ben equilibrato con linee di carena di tipo sportivo, senza però esagerare con la ricerca della lunghezza al galleggiamento.

Esternamente il Dufour 325 ha le stesse impostazioni dei fratelli maggiori con un notevole baglio massimo posto nella zona poppiera, così da garantire sempre un’ottima stabilità di forma ed una notevole abitabilità sottocoperta.

X – 46, la barca per tutti i gusti

X46

Certamente una barca non può essere giudicata per la sola estetica, ma l’X-46 colpisce subito per la purezza della sue linee e l’eleganza del disegno della coperta. Uno stile classico che riprende i canoni tipici della progettazione nautica, dove prevale la forma del cavallino insellato, con dei volumi molto ampi e tondeggianti a centro barca, mentre la prua e la poppa risultano svasate e poco immerse.

Il bulbo è posto in posizione centrale così da garantire un passo molto graduale e morbido sull’onda anche quando il mare risulta formato. In generale lo scafo è abbastanza snello in rapporto alla lunghezza complessiva. Il baglio massimo è di solo 4, 15 segno evidente che lo sviluppo della lunghezza al galleggiamento avvantaggia la stabilità sotto sbandamento.

Il vero “miracolo” di Torben

Torben
Si sa molto spesso gli skipper sono delle persone schive che non amano le luci della ribalta, ma preferiscono la solitudine degli spazi infiniti degli oceani alle serate mondane a base di caviale e champagne.

Non ho mai avuto la fortuna di conoscere Torben Grael, protagonista  nei giorni scorsi del salvataggio di una mamma e del figlio nelle strade alluvionate di Rio  de Janeiro, ma sono convinto che questo gesto gli valga la stima ed il rispetto di tutta la comunità mondiale e non solo di quella del mondo velico.