Aquagen, energia dall’acqua (o dall’aria)

aquagenIn ambito di generatori a bassa tensione, gli ultimi anni sono stati davvero interessanti per la gran quantità di prodotti che sono usciti dalla fase di prototipo per entrare nel mercato. Per le barche a vela, oggi, esistono diverse soluzioni, tutte improntate al risparmio energetico,e soprattutto allo sfruttamento delle fonti rinnovabili. La vela, poi, è sempre stata una “dimensione rinnovabile” da sempre, per questo le novità che vengono presentate per questo settore ottengono, a mio avviso, la più idonea collocazione.

Navigando – per il momento in rete – mi sono imbattuto su un oggetto interessante. Si tratta di un generatore di corrente elettrica a bassa tensione interessante per la sua versatilità: Aquagen può essere infatti mosso sia dall’acqua, che dal vento. I realtà Aquagen è la versione “marina” di Aerogen, un generatore eolico che va sopracoperta, e che è accomunato al fratello “marino” dallo stesso gruppo generatore. La conversione di Acquagen in Aerogen avviene in pochi minuti, e se si preferisce sfruttare entrambe le fonti energetiche la LVW – la ditta inglese che lo produce – vende il kit scontato.

Schenker, acqua dolce acqua a batteria

schema-dissalatore-schenkerQuanti hanno una barca, piccola o grande che sia, sanno quanto è importante una riserva di acqua dolce a bordo. Oltre al fabbisogno organico, anche un pò di igiene personale – ogni tanto – male non fa.

Specialmente se si imbarcano amici o parenti, che non sanno cosa vuol dire risparmiare a bordo, diventa quasi impossibile resistere per tutta la durata della navigazione. Le soluzioni sono due, anzi tre: o riempirsi di acqua fino all’impossibile, con recipienti aggiuntivi che non compromettano però la sicurezza a bordo, o costringere gli ospiti ad una razionalizzazione forzata chiudendo i rubinetti a loro insaputa. La terza, mano ovvia specialmente per piccole imbarcazioni, prevede l’installazione di un dissalatore.

Chiglia basculante, Cariboni è meglio

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Nel mondo delle competizioni sportive la ricerca di prestazioni è da sempre alla base dell’impegno tecnico e progettuale. Nella vela dove la differenza, tra barche della stessa stazza, è data dalle scelte progettuali, oltre alla preparazione ed alla capacità dell’equipaggio, l’evoluzione dei materiale e degli studi idrodinamici sono certamente fondamentali.

Oggi le barche da regata, sia quelle per competizioni in circuito che quelle per sfide d’altura, sono progettate tenendo conto del fattore di resistenza idrodinamica che influenza le prestazioni velocistiche. Tra i progettisti vi è la tendenza a disegnare scafi con minore superficie bagnata possibile, mentre la componente di sbandamento viene compensata da lunghe pinne di deriva con bulbi dal profilo a siluro.

Salpa àncora, verticale è meglio

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Un tempo, quando le navi non disponevano di argani elettrici o mossi da sistemi idraulici, salpare l’àncora era un’operazione complessa, faticosa ed alle volte rischiosa.  Venivano utilizzati non meno di una dozzina di uomini che spingevano a braccia un argano sul quale veniva avvolta una grossa gomena od una pesante catena, secondo del tipo di nave o veliero.

Se l’operazione non era perfettamente coordinata il rischio era quello di perdere la presa con la conseguente discesa libera della gomena che poteva causare danni allo scafo ed all’equipaggio.

La TV via satellite in barca, con Intellian i2

intellian-i2La TV satellitare in barca, specialmente per le piccole imbarcazioni, può essere uno di quegli optional che magari sanno di superfluo. Non è della stessa opinione Intellian, leader mondiale nelle antenne satellitari marine, che ha presentato al Salone di Genova un’antenna progettata tenendo conto delle esigenze delle barche di lunghezza minore di 25 piedi.

Intellian i2 è un’antenna satellitare compatibile con la maggior parte dei canali di broadcasting internazionali, e assicura la tenuta del segnale anche in condizioni di mare agitato. In effetti, la principale differenza delle antenne sat per uso nautico rispetto a quelle ad uso terrestre, è la capacità dell’antenna di rimanere posizonata sullo stesso satellite in condizioni di movimento. Intellian i2 promette di mantenere l’inclinazione giusta per un range di 60° al secondo, con un’elevazione massima compresa tra 10° e 80°.

Genport PEFMC, la pila a idrogeno quando serve

genport-PEMFCGenport è una società che si occupa di energie alternative, nata dalla volontà di un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano di immettere sul mercato sistemi funzionali, affidabili, e soprattutto tecnologicamente avanzati. In un panorama mondiale dominato quasi esclusivamente da multinazionali internazionali, una realtà tutta italiana che opera in tale ambito è sicuramente un’impresa lodevole.

C’è da dire anche che le pila a combustibile hanno superato ormai la fase id prototipo industriale, per cui si rivelano già una tecnologia matura, che aspetta solo di fare grandi numeri per abbassare sensibilmente il costo. L’approvviggionamento di idrogeno, che NON è una fonte di energia come il petrolio o il metano ma solo un vettore di essa, potrebbe essere un pò problematico, ma le stesse aziende produttrici di pile – così come Genport – sono le stesse fornitrici del gas.

Sunreef One Fifty, quando il lusso è anche ecosostenibile

sunreef-one-fiftyNonostante i catamarani non siano molto diffusi nel nostro Paese – forse per il prezzo, forse per ragioni storiche – essi sono indubbiamente sinonimo di comfort, e quindi di lussovisto che parliamo di imbarcazioni, per cui ogni metro quadrato in più di superficie calpestabile si paga in modo esponenziale.

Tutto il comfort di cui parliamo è strettamente legato all’energia disponibile – elettrica, naturalmente – per alimentare tutti i carichi che occorrono a crearlo. Arriva proprio in un momento in cui il risparmio energetico – ma anche quello monetario – da Sunreef la soluzione, seppur parziale, ai nostri problemi o meglio, a quelli dell’armatore che potrà permettersi un biscafo di 45 metri.

Harken, non solo winch

Harken

La vela per molti è solo passione non per niente i velisti puri sono una “razza” strana, più abituati alla fatica, al duro lavoro, alla solitudine che alla vita comoda e lussuosa degli yacht club.

La Harken e’ uno dei pochi gruppi internazionali nel settore dell’industria velica mondiale, che conosce veramente le esigenze e lo spirito dei velisti. L’azienda è stata fondata ne1966 dai fratelli Peter ed Olaf Harken anch’essi velisti esperti ed appassionati di questo sport.

Besenzoni Ghost, Corner e Porto, ormeggiare senza “sbattimenti”

besenzoni-cornerL’ormeggio è sicuramente una fase delicata, in cui esperienza e precisione sono requisiti fondamentali per evitare danni, riparabili o un pò meno. Poiché non tutti sono così bravi da condurre in modo ottimale le manovre, occorre una soluzione che permetta di evitare di spendere soldi per la riparazione dello scafo, a causa di inattenzioni, e che magari sia diversa dagli invadenti paracolpi tipo “sacco da pugilato”, inestetici e inoltre scomodi da maneggiare.

Besenzoni, un’azienda italiana che  ha a catalogo di accessori nautici come passerelle, gruette, poltrone di pilotaggio, supporti per tavoli e così via, ci ha pensato, e ha declinato l’idea – piuttosto semplice, in verità, ma di quelle che “tutti ci pensano e nessuno lo fa” – in tre prodotti. Il primo, Ghost, è un sistema di ormeggio per murate laterali, che consiste in un box comandato elettronicamente, idarulico e  totalmente automatizzato, da cui esce un braccio con rulli in materiale polimerico ammortizzanti e auto-illuminanti per ormeggio notturno. Si inserisce nello scafo, quindi in fase di costruzione, e ha un contenuto tecnologico che lo rendono appetibile nei casi di barche che affrontano crociere d’altura, e di un certo livello.

Santa Cruz 37, undici metri di pura regata

santa-cruz-37-4In tempi difficili per il mercato nautico, dove armatori e cantieri si interrogano sul futuro incerto, qualcuno riparte e lo fa puntando tutto sull’innovazione tecnologica. La novità arriva da oltreoceano, e la parola chiave è carbonio.

I cantieri Santa Cruz Yachts, nati praticamente in un capannone nel 1971, hanno capito che il punto fermo della vela è la facilità di manovra, caratteristica a cui rinunciare sarebbe anacronistico, e hanno realizzato il Santa Cruz 37, un undici metri con scafo e coperta in carbonio, nella prima barca di serie.

Deriva mobile, per chi ama “ancorare” sulla spiaggia

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Molte barche, soprattutto quelle prodotte dai cantieri della Bretagna o che si affacciano sul mare del nord dove le escursioni della marea sono di notevole entità, hanno la  deriva mobile così da facilitare l’ancoraggio, l’ingresso e  lo stazionamento nei porti o nelle marine.

Le soluzioni proposte dai cantieri sono fondamentalmente di tre tipi: quella con la lama a scomparsa integrale, quella con lama pivotante e quella con zavorra completamente in sentina che aumenta notevolmente il dislocamento ed è molto penalizzante con poco vento.

La delaminazione dello scafo – parte seconda

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La maggior parte dei gusci degli yacht moderni sono costruiti in vetroresina stratificata piena, prodotta con fibre di vetro e resina, i cui mat vengono sovrapposti uno all’altro successivamente sino al raggiungimento dello spessore desiderato. Come sulla costruzione stratificata a sandwich, due o più strati  di fibre si possono separare è causare un fenomeno di delaminazione nello stratificato dello scafo.

Il motivo principale della delaminazione del single skin può essere ricercato in: a) carichi concentrati durante  il trasporto su strada, b) stazionamento sulla culla durante l’alaggio, c) infiltrazioni di umidità all’interno della struttura della laminazione dovuti a fattori ambientali incontrollati durante le fasi di catalizzazione – l’umidità e la percentuale della polvere devono essere controllate per una laminazione adeguata-  d)  resina utilizzata in  quantità inferiore al rapporto con le fibre, e) tipo di resina non corretto per la stratificazione.

Ice Maker, la fabbrica del ghiaccio a bordo

Ice maker

Lo devo ammettere, non riesco a bere una bevanda “calda” senza ghiaccio. Il magico cubetto in una bibita od anche solo in un bicchiere d’acqua, durante le afose giornate estive, riesce a darti quella frescura in più, che la sola permanenza in frigo non  può certo offrire. Se poi devi accompagnare un piatto di pesce con una ottima bottiglia magari di Funtanaliras, beh allora un secchiello porta vino, riempito con ghiaccio e sale, non può proprio mancare sulla mia tavola. Sarà una piccola mania, che deriva dai numerosi viaggi e soggiorni in USA dove il ghiaccio viene sempre aggiunto ad ogni bevanda sia analcolica che alcolica, ma non vi posso proprio rinunciare.

Normalmente la barche con cui navigo non hanno la possibilità di avere a bordo un ice maker per produrre cubetti a volontà, ma se ho la fortuna di avere un ingaggio su un grande yacht, dotato di tutti i confort compresa “la fabbrica del ghiaccio”, allora il lavoro e la mia cura per la “catena di montaggio” del freddo è totale.

Air-X Marine, energia dal vento

Air-X-MarineIn tema di nautica tradizionale, nello specifico quella a vela, con l’avvento di tecnologie sempre più electronic-oriented si è affermata la necessità di avere a disposizione energia elettrica che un pò stride con il concetto di rinnovabilità della barca a vela.

Se infatti questa è mossa dal vento, tutto ciò che viene usato sottocoperta, ma anche sopra, è alimentato dalle batterie, o da un generatore in ogni caso. La più sfruttabile fonte rinnovabile a mare, tralasciando i pannelli fotovoltaici che in una barca a vela non si saprebbe proprio dove sistemarli a causa dell’ampia superficie velica che proietterebbe ombre sui pannelli, diminuendone drasticamente il rendimento, è proprio il vento.