Devid Cameron, il marinaio di sua “Maesta”

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Sarà perché siamo coetanei o forse perché anche lui ama la vela ed il mare in generale sta di fatto che nutro una certa simpatia, già in tempi non sospetti, per il neo eletto primo ministro della Gran Bretagna , David Cameron.

Secondo quando riportato dai media inglesi il nuovo inquilino del numero 10 di Downing Street è abituato alle fughe dai riflettori per godersi delle belle vacanza in barca.

Scafi di un tempo, il Comet 111

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Il mitico Comet 111 fu realizzato su progetto di Jean Marie Finot , grande progettista di barche da crociera è stretto collaboratore del cantiere Comar tra la metà degli anni settanta ed ottanta.

Le linee dello scafo riprendono i canoni e le impostazioni costruttive dell’epoca , avvicinandosi a quelle del suo predecessore il Comet 11, dal quale si differenziano però per la forma del pozzetto e della tuga con sviluppo profondo e molto bassa.

Canale di Suez, tra l’Africa e l’Europa

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Una delle opere idrauliche più importanti al mondo è certamente il canale di Panamà di cui abbiamo già parlato in questo blog. L’altro canale per importanza, ma non per traffico, è il canale di Suez. Rispetto al suo concorrente centroamericano il canale che attraversa il deserto per collegare il Mediterraneo al Mar Rosso, in un percorso lungo ben 163 km, non necessita di chiuse per superre i dislivelli dato che i due bacini sono pressoché sullo stesso piano.

Nei secoli precedenti alla sua moderna realizzazione, che risale al 1869, le popolazioni antiche avevano cercato di creare una via d’acqua che potesse congiungere i due mari così da facilitare il transito. Un primo canale verso il 300 Ac fù costruito congiungendo il Nilo con un canale  verso il Mar Rosso.

Capri, Yacht Club 1999 danneggiato dalle rocce

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Brutto risveglio per i referenti della sede di Yacht Club Capri: in mattinata, infatti, la caduta di due massi di notevole dimensione ha danneggiato i locali in cui ha dimora l’associazione nautica isolana. E’ acaduto nelle prime ore del mattino: il porto turistico di uno dei capolavori italiani, da sempre e per volere naturale sovrastato da un costone roccioso che ne ha decretato un conseguenziale fascino agli occhi di turisti e residenti, è stato per una volta fonte di preoccupazione.

Il dato stonato, in un accadimento che per fortuna non ha determinato conseguenze da cronaca nera, sta nel fatto che il distacco era prevedibile: l’area, infatti, era già interdetta dai vigili del fuoco che ne avevano messo in evidenza la criticità. Pericolo caduta massi, cosa nota da un mese.

Oltre Panamà, e poi? -parte terza-

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Continuiamo la nostra storia sull’attraversamento del canale di Panamà, raccontando le emozioni provate dell’amico Skipper Alex, che si era rivolto a “senor” Pedro per il disbrigo delle pratiche doganali. Alle 08,30  Alex salpò con il suo equipaggio e la barca “Non solo per moda” per la zona di Flat dove dovevano attendere il mitico Pedro.

Pedro arrivò verso le 10,00 e consegnò due cime da 40 metri, ed una mezza dozzina di copertoni di auto ricoperti con sacchi dell’immondizia perché non sporcassero la fiancata della barca ed imbarcò un ragazzo di 20 anni.

Canzoni sul mare: Vasco Rossi vuole andarci (anche per le donne…)

Vasco Rossi Siamo solo noi

Vasco Rossi è il cantante italiano più amato, capace di unificare diverse generazioni e metterle in confronto diretto in occasione dei   concerti, sempre sold out. Inutile provare a riassumerne biografia e discografia, sarebbe un lavoro enorme e improponibile in un post solo. Poeta? Cantante? Paroliere? Rocker?

Ognuno la pensi come vuole (direbbe il Blasco stesso) ma vi sono punti di partenza, elemento dati per certi sui quali non si può che confluire in maniera univoca. Quel che preme dire in quest’occasione è che l’idolo di Zocca è stato capace, nel corso di una carriera pluridecennale fatta di oltre 200 canzoni composte, di affrontare in maniera trasversale più di una tematica.

Allergico alla parola “amore”, ma non per questo incapace di cantare l’amore sotto ogni sfaccettatura, Vasco ha riassunto in un brano in particolare il suo sentimento e la sua voglia di mare.

Sereine, nella storia dei Glénans.

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Il Sereine è la barca simbolo della scuola vela più antica d’Europa:  i Glènans. Su questa imbarcazione hanno navigato per oltre trent’anni migliaia di stagisti  e centinaia di Chef de board, che hanno girato per tutti i mari ed il nord Atlantico.

Sereine è un barca di 12,5 metri, molto bella ed armata a Cutter Bermudiano, sullo stile classico delle barche da crociera degli anni cinquanta. Realizzata dal maestro d’ascia Henry Dervin e varata nel 1952 in Bretagna presso l’arcipelago dei Glénans. Dal 1952 al 1998, anno in cui per motivi di sicurezza è stato messo a riposo per ristrutturazione, ha percorso più di 150.000 miglia nautiche.

Il Dizionario della Nautica, in edicola con il Giornale della Vela

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Chi va per mare sa bene cosa significa conoscere i termini marinareschi che normalmente vengono usati a bordo. I neofiti o i marinai della domenica, invece molto spesso non conoscono l’uso di questi vocaboli e pertanto molte volte, sulle banchine dei porti, si sentono termini del tutto fuori luogo. La più classica è quella di usare il termine corda al posto di cime, o scotta.

Fortunatamente il noto mensile specializzato in nautica – il Giornale della Vela – pubblica il nuovo Dizionario Enciclopedico della Nautica. Per la prima volta in Italia viene realizzata un’opera che consentirà anche ai profani di conoscere e soprattutto comprendere, il significato di certi termini quali: madiere, capo di banda, landa, paterazzo, agugliotto, ecc. per citarne solo alcuni tra i più comuni e difficili da comprendere.

I libri di Jean Claude Izzo nel Casino Totale del mare marsigliese

Marsiglia

Tutto è mare, a Marsiglia. Anche i cumuli di terraferma. Il Vieux Port, il Jardin des Vestiges, Le Panier, il Château d’If, l’Estaco, les Calanques.

Marsiglia è una culla e una tomba.

Custodite in un mare che sa di pesce e tragedia, di vino bianco e storie d’amori incompiuti o finiti in malinconia, di cibo fresco fatto sulla falsariga delle ricette tradizionali, di polvere da sparo e sangue. Il sangue che scorre sulla carne di uomini presi a coltellate; il sangue che sgorga dall’anima di disillusi che devono fare i conti con una realtà che, quando non è amara, diventa uno scherzo beffardo del destino.

Il mare è un mestiere e una casa, per un marsigliese è la vita stessa.

Jean Claude Izzo, nel capoluogo della Provenza-Alpi-Costa Azzurra ci è nato, vissuto e ci è morto. 20 giugno 1945 – sta inciso sull’effige – e 26 genaio 2000. Mezzo italiano (di padre) e per metà transalpino (da parte di mamma), una formazione culturale fatta di vita vissuta e lezioni apprese in una scuola professionale. Guerra e politica, lutti e incontri, benessere e malattia, carcere e libertà: una ricerca costante, nel corso dell’esistenza di Izzo, che si conclude senza un compimento definitivo.

Troppo pochi, quei 54 anni messi in una bara da un cancro ai polmoni che nell’ultimo periodo di vita ne ha debilitato le funzioni fisiche e intellettive, per dire tutto quel che il mare – a Izzo – aveva sussurrato in un procrastinarsi di onde. Su onde. Su onde. Troppo pochi, quei 648 mesi di vita vissuta a contatto con l’oceano, ma abbastanza da lasciare in dote eterna una trilogia che puzza del puzzo di Marsiglia riuscendo a un tempo a custodirne il profumo esclusivo.

Casino totale, poi Chourmo, a ruota Solea. Noir Mediterraneo di prim’ordine, direbbero i critici più superficiali.

Oltre Panama’, e poi ? -parte seconda-

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In questa seconda parte del mio post parlerò delle avventure o meglio disavventure, capitate ad alcuni amici skipper durante le fasi di passaggio del canale di Panamà.

Quando si entra in un paese straniero con un’imbarcazione si devono effettuare tutte le pratiche doganali di ingresso sia per l’equipaggio, che per l’imbarcazione.

Oltre Panamá, e poi? -parte prima –

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Quando si parla di navigazioni oceaniche ci vengono in mente le imprese dei grandi circumnavigatori del globo che nei secoli e decenni passati hanno compiuto delle vere imprese.

Per chi invece vuole “gironzolare” per oceani e dall’Atlantico vuole passare in Pacifico non ha molta scelta o attraversa il canale di Panamá o  percorre la rotta sud dell’Atlantico, doppiando il Capo di Buona Speranza per poi raggiungere le coste australiane e quindi il Pacifico.

Film sulla nautica: Wind – Più forte del vento (1992)

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Il fascino dell’America’s Cup avvolge anche il mondo cinematografico di Hollywood, che intorno alle suggestive atmosfere e alle emozioni a raffica garantite dalla più prestigiosa competizione velistica ha consumato più di una pellicola. La nostra parte, in questo caso, sarà quella di attuare una ricerca meticolosa nella filmografia planetaria per ripescare tutti quei film che hanno ripreso – più o meno evidentemente – il contesto nautico.

In un ordine puramente casuale e che non tiene conto di altri criteri se non di quello banalissimo dettato dalla ricerca stessa: man mano che ne scopro qualcuno lo guardo. Poi ve lo segnalo. Non dubito neppure del fatto che possiate essere più ferrati di me in materia: in tal caso, vi invito a una segnalazione tempestiva.

Il primo dei film che mi sovviene – perchè, questo sì, m’è capitato di vederlo tempo addietro (sei, sette anni fa) – è Wind (Più forte del vento) e risale al 1992.

Mastiff, quando un rimorchiatore diventa un “gioiello del mare”

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Ho sempre considerato le navi in disarmo o abbandonate come un vero e proprio insulto alla memoria di chi su qui ponti o coperte ha trascorso parecchi momenti della propria vita.

Se poi si tratta di navi che hanno una storia propria  o che rappresentano un momento od un periodo importante della nostra vita passata, allora oltre all’insulto vi è anche lo scempio di perdere un cimelio unico e raro.