Cutty Sark, il clipper “on the rock’s”

Il Cutty Sark è il tipico clipper inglese con stazza di 963 tonnellate, varato il 22 novembre 1869 nei Cantieri Navali di Scott & Linton a Dumbarton, in Scozia, ed utilizzato principalmente per il trasporto veloce del tè dalla Cina  a New York.

I clipper ebbero origine a Baltimora – USA – attorno 1820 e per circa una trentina d’anni furono i protagonisti indiscussi del traffico commerciale grazie alle loro doti di velocità sulle tratte dell’oceano Pacifico ed Atlantico.

Tuiga, ambasciatore di storia velica.

 


Compiere un secolo di vita è un traguardo invidiabile anche per l’essere più in salute del mondo. Se poi questo traguardo è raggiunto da una barca a vela la cosa fa certamente molto scalpore. Il Tuiga, un 15 metri stazza internazionale, fu varato nel 1909 su progetto di William Fife, e quest’anno compie 101 anni di vita.

La barca venne commissionatoa dal duca di Medinaceli, grande amico del re di Spagna Alfonso XII, il quale a sua volta era armatore di Hispania. Tra le due personalità dell’aristocrazia mondiale, oltre che ad una lunga amicizia, correva anche un sano spirito agonistico e il Tuiga fu commissionato proprio per battere la barca del sovrano spagnolo che al tempo era considerata imbattibile.

Fastnet funesto, la drammatica regata del 1979.

Pere tutti i velisti, regantati o meno, l’edizione del 1979 del Fastnet è certamente la regata più sfortunata e tragica mai registrata nella storia di questo sport, con un bilancio negativo, sia di perdite di vite umane che di affondamento di barche, che ancor oggi a distanza di oltre 30 anni mette i brividi.

Nella notte funesta tra il 13 e il 14 agosto, nel canale di San Giorgio tra l’Inghilterra e l’Irlanda, un’imprevista e disastrosa depressione scatenò la violenza degli elementi della natura sulla flotta di 303 imbarcazioni – divise in cinque classi Ior- ed impegnate sul classico percorso Cowes-Scoglio del Fastnet e ritorno di oltre 600 miglia marine.

Bon Ton, il galateo marinaresco da non dimenticare mai


Essere comandante di barca non significa solo essere bravi marinai capaci di condurre tecnicamente le proprie imbarcazioni, ma anche mettere in pratica consuetudini, spirito marinaresco ed una certa dose di educazione e bon ton.

Le regole sono poche, ma devono essere rispettate soprattutto quando si sosta in una rada o in spazi affollati come quelli di un porto. La prima accortezza è quella di rispettare la vecchia regola che riguarda l’ormeggio e che così recita: “ormeggio silenzioso, ormeggio sicuro”.

Francis Joyon, l’uomo dei record

 

Il fatto che Francis Joyon abbia conquistato nel 2008, all’età di quarantanove anni, il record del giro del mondo in solitario senza scalo, mi fa sperare anche per quelli che alla sua stessa età stanno pensando di compiere un’impresa simile, possano avere qualche opportunità di successo.

La caccia ai record di percorrenza è sempre stata uno degli obbiettivi primari di Joyon si da quanto con il catamarano Commodore riuscì a conquistare il trofeo Jules Verne, impiegando meno di 80 giorni per compiere il periplo del globo in solitario.

Corto Maltese , l’avventuriero marinaio dei comics

Molto spesso la fantasia supera la realtà e molte volte i nostri lettori possono distrarsi pensando che, in fin dei conti, tutto quello che accade intorno a noi non è solo frutto della nostra volontà, ma di un “disegno” superiore. Di disegni Hugo Pratt se ne intendeva parecchio e con la fantasia aveva un rapporto diretto, quasi morboso.

Uno dei personaggio più conosciuti di Pratt è stato sicuramente il mitico Corto Maltese, creato nel 1967 dal fumettista scrittore ed apparso per la prima volta sulla rivista Kirk con la striscia intitolata “Una ballata del mare saltato” ambientata all’inizio del XX secolo nell’ oceano Pacifico.

Venezia, la Laguna dove veleggiavano i Dogi

 
La Laguna di Venezia è un luogo splendido e poco conosciuto dalla massa delle persone che prevalentemente si “accontentano” di visitare la città dai mille canali e campielli. Nella realtà la città dei Dogi vive anche perché esiste una laguna che come molte altre zone del pianeta è minacciata al pari dell’agglomerato urbano.

Non può esistere l’una senza che l’altra non viva. La cosa più semplice è veramente unica, sarebbe quelle di arrivare a Venezia via mare, magari con la propria barca a vela il cui impatto ambientale è assai inferiore di una barca a motore.

Maestro d’ascia, l’anima del legno.


La vita del maestro d’ascia non è quella di un semplice lavoratore che costruisce barche, ma molto più simile a quella di un artista che realizza vere e proprie opere d’arte. Maestri d’ascia non si diventa si nasce per tradizione di famiglia tramandata di padre in figlio.

Nel mondo della nautica sono rimasti in pochi quelli che sanno lavorare il legno e trasformarlo in madieri, fasciame, coperta, tuga e longheroni. Un’arte antica che nasconde le sue regole nelle mente e nelle mani di chi manipola la resina che odora ancora di pece.

Giovanni Soldini, “semplicemente” uno di noi.

Nel mondo della vela ci sono stati grandi uomini che hanno segnato la storia di questo sport con le loro imprese o gesta e che nel tempo sono diventati famosi anche al grande pubblico. Altri, meno noti, hanno navigato per anni senza nessuna pretesa di fama o gloria, ma solo con lo spirito e la voglia di avventura ricercando al contempo quella dimensione intima ed umana con il mare.

Giovanni Soldini è uno sportivo vero, un campione pluri vittorioso, velista e uomo di mare. Con le sue imprese è stato capace di innovare e trasformare la vela italiana in sport professionistico, rompendo quella cerchia di Gentleman–skipper che sino al suo avvento avevano gestito questo magnifico sport. E’ uno dei pochi skipper e velisti italiani in attività che può godere di una grande fama e notorietà anche fuori dai confini nazionali, al pari di altri grandi campioni come Straulino, Falck o Ricci.

MAS 28, ieri “WAR” oggi “FUN”.

Negli anni precedenti allo scoppio della “Grande Guerra”, la Regia Marina Militare italiana  costituì un gruppo di truppe speciali dotati di mezzi siluranti: i cosiddetti MAS. L’acronimo MAS sta per motoscafo armato silurante. Infatti questi piccole barche a motore, della lunghezza non superiore ai 10 metri, erano dotate di due siluri che venivano lanciati contro le grandi navi sfruttando la sorpresa e la velocità.

I MAS potevano raggiungere anche i 40 nodi e come un  branco di lupi navigavano di notte sino ai porti e rade dove erano ancorate le navi da guerra nemiche, per poi sfruttare l’effetto sorpresa e attaccare con il favore della luce.

New England, born to Sail.

Nel 1885 Joshua Slocum,  il primo navigatore solitario che circumnavigò il globo, salpo’ da Boston, la capitale del New Elgland, per dirigere la prua della su barca Spray verso il sud Atlantico andando contro i venti costanti.

Se si guarda la mappa del New England si capisce perché  è qui che nasce la vela a stelle e strisce. Qui nacque l’America dei primi coloni che sbarcarono dal May-Flower, qui sono ambientate le avventure narrate da Kipling in “Capitani Coraggiosi”, come quelle dei pescatori d’altura che cercano di catturare i tonni giganti che abbiamo visto in film epici come la “Tempesta perfetta”.

Stormvogel, in viaggio con Nicole nessuna calma è piatta

In questi giorni è in edicola il mensile “Giornale della Vela” con allegato un magnifico film in DVD: “Ore dieci calma piatta”, interpretato, tra gli altri, dalla bellissima attrice di origine australiana Nicole Kidman, nota anche per essere stata la moglie di un’altra superstar di Holliwood del calibro di Tom Cruise.

Questo film è un vero e proprio “cult” per gli amanti del genere thriller e per chi è appassionato di vela; infatti la maggior parte delle ambientazioni in esterno, sono girate a bordo in della mitica imbarcazione a vela Stormvogel. Questo kecth di oltre 23 metri, costruito in compensato marino e varato nel 1961, prima di diventare un set cinematografico vinse, tra l’altro, numerose e prestigiose regate quali: La Giraglia, il Fastnet e la Transpacifica.

Sant’Elena, in viaggio con Napoleone.

Dopo l’invasione della Russia nel 1812 da parte della truppe napoleoniche e la successiva tremenda sconfitta, l’imperatore di tutti i “francesiNapoleone, fu esiliato nella piccola isola d’Elba, oggi meta di molti velisti, ma all’epoca abitata salo da alcuni pescatori e dominata  da una grande fortezza.

Dopo esser fuggito dal suo esilio elbano, con l’aiuto dei Corsi e di alcuni fedeli soldati, Napoleone rientrò in Francia, solo per essere nuovamente sconfitto dal Duca di Wllington nella battaglia di Waterloo nel giugno del 1815.

Manitou, il “dio” della vela di JKF

Molti uomini famosi ed importanti amano andare in barca a vela e tra i vari personaggi storici come non ricordare il presidente degli USA John F. Kennedy, morto a Dallas il 22 novembre 1963 dopo essere stato colpito a morte durante un oscuro attentato, perpetrato ai suoi danni, forse da apparati del governo e dei servizi segreti. Da buon marinaio del New England il mare e la vela erano certo nel suo DNA sin dalla nascita, anche se poi crebbe in un elegante sobborgo di Boston.

La l’amore per il pare portò Kennedy, durante la seconda guerra mondiale, a diventare ufficiale di marina combattendo nel pacifico al comando di alcune motovedette siluranti. Negli anni del conflitto si distinse anche per imprese eroiche che gli consentirono di ottenere alte onorificenze militari.