Aluyacht 480, la barca in alluminio non è il Domopak

AY480-prua

Molti amici non credono che le barche in alluminio siano migliori di quelle in vetroresina, anzi sono convinti che poi, in fondo in fondo, questo metallo sia soggetto a corrosioni ed usura al pari delle altre barche costruite in materiali vari.

Personalmente sono convito che le barche in alluminio siano superiori sia per caratteristiche intrinseche che per la possibilità quasi unica di lavorazione del materiale estremamente personalizzabili ed a costo contenuti.

Azimut, sbarca in Brasile

Azimut - Benetti group
Paolo Vitelli, presidente del Gruppo Azimut-Benetti ha annunciato lo sbarco di Azimut nel continente sudamericano del Brasile. La nuova società, Azimut do Brasil Yachts, gestirà la realizzazione di imbarcazioni a marchio Azimut tramite un proprio sito produttivo ubicato ad Itajai, nello stato brasiliano di Santa Catarina.

Il nuovo sito produttivo sarà pronto al decollo già a partire dal prossimo agosto, e prevede, in questa fase di start-up, la realizzazione delle prime unità entro la prossima estate. La cosa veramente impressionante che questo nuovo cantiere si sviluppa su una superficie complessiva di oltre  200.000 mq che ne fa il più grande cantiere nautico coperto al mondo, un primato certamente invidiabile.

Oyster 34, la perla della nautica

Oyster 34
Dopo anni di oculata gestione e consolidato sul mercato la propria posizione, ampliando la l’azienda, Sessa Marine decise di percorrere parallelamente la strada dei cabinati oltre la soglia del natante.
Verso la fine degli anni novanta con la presentazione e il lancio dell’ammiraglia Oyster 36, Sessa Marine ottenne  entusiastici consensi, superiori alle aspettative, tanto che oggi  il numero di esemplari cabinati prodotti supera di oltre il 30% tutte le previsioni stimate al tempo.

Per questo  il cantiere  pensò che strategicamente fosse il momento di lanciare sulla scia del 36, una nuova importante imbarcazione cabinata.  Gemella :l’Oyster 34,

“Route du Rhum”, dopo Soldini ora tocca a Consorte.

Consorte Adriatech

La notizia è fresca di stampa ed è confermata dallo stesso organizzatore dell’ evento la Pen Duik che ha scritto allo skipper italiano Davide Consorte confermandogli la sua inclusione nella lista dei 75 partecipanti ammessi all’edizione 2010 della transatlantica in solitario.

Dopo la partecipazione insieme allo skipper francese Arnaud Aubry alla Solidaire du Chocolat del 2009, percorrendo le 5.000 miglia da St.Nazaire (FRA) al Messico in 32 giorni 20 ore e 9 minuti alla media di 6,35 nodi, ottenendo la 13° posizione, ora Davide dovrà prepararsi per affrontare le oltre 4000 miglia del percorso, non meno impegnativo, che separano Saint Malò, in Francia, da Point-à-Pitre nella magnifica isola di Guadalupe.

ITA 70, parte la nuova sfida italiana alla vela d’altura

Italia70

Quando le barche allineate davanti alla banchina del porto di Galway, in Irlanda, salperanno per la prossima VOR 70, al via ci sarà sicuramente una barca con la bandiera tricolore. La sfida riparte con il contributo notevole del più grande gruppo automobilistico italiano ed in particolare con la voglia del suo neo Presidente, John Elkan, si seguire le gesta prestigiose di suo nonno Gianni, velista esperto e promotore della prima sfida italiana alla Coppa America ne 1983, con la mitica Azzurra.

A guidare il nostro team sarà il grande Giovanni Soldini, velista di rango ed esperto in giri del mondo, in quanto plurivincitore  in solitario. Sarà un grande ritorno della vela azzurra in una competizione come la Whitbread, che da sempre ci ha visti impegnati ma con pochi risultati importanti.

VOR 70, anche i Kiwi lanciano la sfida.

Grant Dalton

Nelle ultime ore si stanno definendo le iscrizioni per la prossima sfida oceanica legata alla Volvo Ocean Race. Infatti dopo l’annuncio del ritorno del team Puma dello skipper Read, di cui abbiamo parlato in un recente post, è di oggi la notizia che un altro “mostro sacro” della vela si appresta a lanciare il guanto di sfida agli avversari.

Il nome è quello di Grant Dalton, numero uno della vela made in New Zeland, al pari del connazionale Russell Coutts.

Fractional Onwership Concept, la barca in multi proprietà

Pilot Yacht

 

Dopo la case, le auto e gli aerei arriva sul mercato della nautica mondiale il nuovo Fractional Onvership Concept, vale a dire la multiproprietà. Sarà forse la crisi mondiale o il fatto che la maggior parte degli armatori sfrutta poco la propria barca, sta di fatto che il concetto di proprietà condivisa è arrivato anche nel mondo degli yacht.

La formula apparentemente è sempre la stessa: l’armatore compra una quota di una barca, generalmente una barca molto grande e lussuosa, al prezzo con il quale potrebbe comprarsi invece una barca più piccola e in cambio ne riceve l’uso per un periodo variabile dalle due settimane al mese, ogni anno.

Why, storia di una petroliera diventata yacht

Wally-Hermes-WhyImmaginate una petroliera: immensa, possente, lenta, nera e fumante. Praticamente l’antitesi di uno yacht da crociera, dalla linea slanciata, veloce, bianco e sportivo. Immaginate ora di incrociare le due immagini perché ne venga fuori qualcosa di assolutamente diverso, originale, ampio, dalle linee attuali, e lussuoso. Sono sicuro che ciò che avete in mente neanche lontanamente si avvicina all’idea che stanno coltivando (in effetti sono già in fase di costruzione) presso i cantieri Wally, con  la partecipazione della griffe di haute-couture Hermès.

Why è il nome scelto per questo scafo triangolare di 50 metri per 38 che entrerà nella storia per la sua originalità, tenendo conto della destinazione d’uso. Trattasi di una nave-yacht-piattaforma che offre 3400 metri quadrati di superficie abitabile, un solarium a poppa che assomiglia ad una spiaggia, una piscina di 25 metri lineari a prua che riprende la forma dello scafo, una sala fitness, mentre la stanza dell’armatore offre 200 metri quadrati di puro comfort.

Perrier-Jouët e My Dionea, champagne a bordo della nave yacht

mydionea

Non è raro trovare, anzi sarebbe strano non trovarne, dello champagne esclusivo su uno yacht di lusso. Questa volta il legame yacht-champagne è sancito da una partnership di collaborazione tra due player di questi distinti ma contigui mondi del lusso.

L’accordo di cui parliamo è quello tra la Maison Perrier-Jouët e My Dionea, un elegante megayacht frutto di un sofisticato restyling di una navetta degli anni ‘60. Un rapporto che va al di là della semplice collaborazione, un legame dettato dalla volontà comune di distinguersi nel settore luxury offrendo un ‘oggetto d’arte’ caratterizzato dalla qualità e dallo stile unico.