Navigare in solitario – parte prima

Navigare in Solitario

Per chi va per mare in generale la propria barca è come una piccola isola dove vivere e trascorrere alcuni periodi, per i navigatori solitati diviene il loro micromondo in cui tutto è lì, confinato all’interno del perimetro delimitato dalle battagliole e draglie.

La barca di un navigatore solitario giramondo la riconosci immediatamente dal fatto che sulla tuga c’è di tutto: bicicletta, taniche, pannelli solari, generatori eolici, ecc. fanno da contorno agli effetti personali che vengono stesi all’aria durane le soste nei porti.

Navigare di notte, certe volte è meglio

notte a vela

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Il buio ad alcuni fa paura, se poi ci si trova in mare allora le cose possono complicarsi soprattutto se non si è preparati ad affrontare questa situazione. Personalmente non ho mai sofferto la mancanza di luce, anzi in certe situazioni preferisco navigare dal tramonto all’alba piuttosto che macinare miglia su  miglia sotto un caldo afoso.

Se poi devo atterrare in un porto che non conosco preferisco arrivare col buio piuttosto che di giorno, dato che i fari e le luci di via all’ingresso della diga foranea, sono dei punti di riferimento certi e quindi gli allineamenti e le procedure di avvicinamento, se seguite con scrupolo, garantiscono ingresso sicuro ed alle volte molto più facile che di giorno.

Timone a vento, per chi vuole navigare molto

Timone a vento 2

 

Sulle barche degli anni settanta/ottanta si vedevano spesso, anche su piccoli cabinati, i piloti automatici comandati dal vento, il cosiddetto timone a vento. Oggi con i dispositivi elettronici e l’uso del GPS, i piloti automatici fungono anche da pilota a vento grazie al fatto che un trasduttore sul pilota automatico è capace di mantenere la rotta in base al variare della direzione del vento.

I piloti elettrici, detti piloti automatici o autopiloti, hanno il vantaggio di funzionare anche in assenza di vento, ma consumano elettricità e quindi per lunghe traversate non sono consigliati almeno che non si voglia accendere il motore o il generatore.

Ormeggiare in bancina, con il mollone si evitano “rotture”

Molle da ormeggio
Molte volte è più rischioso ormeggiare la barca nel nostro posto della marina che affrontare una burrasca in mare aperto. Le statistiche parlano chiaro: oltre il 60% degli incidenti alle barche avviene nell’ambito dell’area portuale, sia in fase di attracco e disattracco che durante la sosta “incustodita” del nostro scafo.

Se nel primo caso, solo l’abilità e l’esperienza del timoniere può scongiurare incidenti o guai vari, nel secondo caso una buona tecnica per ormeggiare in banchina è fondamentale. Molti sono convinti che più cime si utilizzano, per serrare la barca alle bitte, meglio  è . In realtà bastano poche regole ed utilizzare solo le cime necessarie, per garantire un sosta sicura anche se dovesse aumentare la risacca e rinforzare il vento all’interno dello specchio d’acqua del porto.

Randa rollabile, meglio quella nel boma

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Molti velisti non la considerano una vera e propria vela, vista la forma poco performante e la mancanza di stecche rigide, altri non ne possono fare a meno dato che navigano sempre con equipaggio ridotto o con amici e parenti poco avezzi alle manovre.

Mi riferisco alla randa rollabile, che da qualche decennio spopola sulle barche di molti armatori. Questo accessorio è stato oggetto nel tempo di una continua evoluzione tecnica, tanto che oggi su barche di prestigio vengono installate rande avvolgibili.

Passerella in barca, dove metterla?

Passerelle per barche

 

Quando si attracca in un porto o al pontile di una marina la maggior parte delle volte per poter sbarcare si è costretti a fare delle vere e proprie gare di salto in lungo, con tutti i rischi e le conseguenze in caso di errore nel sottostimare l’esatta distanza del “jamp”.

Molti armatori dotano le loro barche di comode passerelle, mentre altri proprio non ne vogliono sapere di utilizzare questo accessorio, perché a loro dire lo strumento è assai ingombrante e scomodo da stivare in navigazione.

Gettare l’ancora sì, ma quale?

Ancora Ammiragliato

Tutti i  navigatori o marinai , sin dall’antichità, hanno potuto sperimentare le difficoltà che s’incontrano quando si deve ancorare la propria nave o imbarcazione.

La scelta del tipo di ancora ideale, per una sosta sicura, non è mai stata una cosa semplice, dato che la maggior parte delle volte  non è conosciuto il tipo di fondale che c’è sotto la nostra chiglia.

Passascafo, il piccolo grande particolare

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Moltissimi armatori non sanno che cosa sia ed a cosa serva, altri non si preoccupano mai della sua manutenzione, mentre pochi conoscono l’importanza di questo piccolo particolare: il Passascafo

La sua funzione  principale è quella di congiungere la presa a mare, cioè la valvola di carico o scarico dell’acqua di mare, con lo scafo della barca.

Lavasgtoviglie a bordo, i piatti te li lava lei

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Se c’è una cosa che proprio non amo fare è quella di lavare i piatti. Fortunatamente a casa c’è la lavastoviglie e quindi la maggior parte della volte lo “sporco” lavoro lo svolge questo fantastico elettrodomestico. Al contrario la maggior parte delle barche su cui navigo non possiedono una lavapiatti automatica, sia per questioni di costi, che per dimensioni, pertanto alcune volte mi capita ancora di dovermi dedicare a tale incombenza.

I modelli di lavastoviglie che possono essere installati a bordo sono di diversi tipi ma generalmente, sono di dimensioni ridotte e peso contenuto, ed al massimo possono avere una capienza di 5/6 coperti, numero che rappresenta, tra l’altro, l’equipaggio medio imbarcato.

Sail Drive, molte gioie e pochi dolori

SailDriveLa trasmissione del tipo Sail Drive, introdotta da Volvo Penta del 1959, è ormai la regola sulle barche da regata e sul molte delle barche da crociera, dove ha preso piede per le sue caratteristiche di efficienza e manovrabilità rispetto alla soluzione più classica della trasmissione in linea d’asse.

In pratica, Sail Drive è il nome di una trasmissione, ovvero la parte meccanica che collega il motore vero e proprio all’elica, alla parte a cui viene trasmesso il moto quindi, che ha la particolarità di essere modulare, e montata senza particolari sforzi da un cantiere sulle barche che ne sono provviste. Ad un cantiere, infatti, basterà installare sulla barca un gruppo molto costituito dal motore e da un “piede” – che in nautica non è altro che una struttura allungata che fuoriesce dalla chiglia, posizionata in questo caso fra la deriva e il timone – il cui asse è verticale rispetto alla superficie dell’acqua.

Winchs e bozzelli, ora vanno in lavatrice

Lava ad ultrasuoni

Molte volte mi è capitato di vedere, su barche che ho ispezionato per lavoro,  winchs, bozzelli o carrelli bloccati a causa di salsedine, polvere e sporco che si deposita tra gli ingranaggi durante il normale uso.

I winchs, le pulegge dei bozzelli, si muovono su meccanismi che possono essere a seconda del tipo ghiere dentate, sfere e/o su rulli cilindrici che servono per assicurare il minimo attrito durante lo scorrere delle scotte o delle drizze.

Vhf a bordo, non è un giocattolo

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In tanti anni di navigazione mi è capitato di ascoltare ogni genere di conversazione sulle frequenze del mio Vhf, in tutte le lingue e dialetti del mondo. Se poi si veleggia nelle acque territoriali del “bel paese”  allora è meglio spegnerlo, visto che le conversazioni sono talmente fitte da non riuscire, talvolta, a distinguere quelle che ci interessano.

Molti forse non sanno che il Vhf (Very high frequency) non è stato inventato come strumento di conversazione, ma come apparecchio ricetrasmittente di comunicazione e soccorso,  per mezzo di onde radio ad alta frequenza.

Accessori nautica: la pompa di sentina

pompa di sentinaLa pompa di sentina è, tra gli accessori di nautica, quello di cui nessuno dovrebbe fare a meno, ed è talmente importante che sulle barche di una certa dimensione ne vengono spesso installate alcune di riserva.

Ne esistono di diverse tipologie: a mano, elettriche e alimentate meccanicamente direttamente dal motore della barca, che differiscono dalle penultime per l’interposizione di una macchina elettrica tra la trasmissione primaria – motore benzina o diesel che sia – e la pompa stessa.

Scegliere l’elica giusta per il vostro yacht

eliche

In Italia esistono molte aziende specializzate nella progettazione e  lavorazione di eliche per yacht di tutti i tipi, dalle piccole, alle medie-grandi sino a quelle delle navi. Questa capacità è frutto dell’esperienza, tutta italica, in materia di sistemi propulsivi, lavorazione tecnica e di carpenteria nel ramo dei metalli.

Ho voluto affrontare l’argomento delle eliche, specificamente quelle per yacht, al fine di chiarire alcuni concetti importanti e dare indicazioni agli armatori sia dal punto di vista dei materiali utilizzati, sia per quello che riguarda la scelta giusta dell’elica, che molte volte riteniamo inadatta alla nostra barca.